Il Catania esce di scena anzitempo dai play-off di Serie C eliminato al primo turno dal Foggia. I satanelli allenati da Marco Marchionni passano il turno vincendo 3-1 con merito nel deserto del “Massimino”. Il risultato maturato sul campo condanna un Catania nervoso e spregiudicato oltremisura, che ha gestito i 90′ in maniera inadeguata e da squadra poco matura nell’approcciare i grandi appuntamenti. A nulla è servito partire a spron battuto se una difesa lenta ed impacciata, un centrocampo inconsistente (fatta eccezione per Maldonado) ed un attacco abulico non hanno fatto altro che partorire una sconfitta.
Il risultato finale premia un Foggia attento e schierato ordinatamente in campo da Marchionni, il quale ha avuto il grande merito di essere riuscito a valorizzare nel corso del campionato un collettivo fresco, giovane e dall’anima operaia, con Curcio a simboleggiare la classica “ciliegina sulla torta”. La grande stagione a livello personale del fantasista sannita (ieri giunto a quota 14 reti) non fa altro che accrescere il rammarico per un giocatore che la scorsa estate era stato congedato frettolosamente dal Catania. Adesso per il Foggia si spalancano le porte del secondo turno, dove sfiderà il Bari al “San Nicola” nella classica del calcio pugliese.
E del Catania di quest’anno cosa resta? Di certo un campionato concluso al sesto posto in Serie C con eliminazione al primo turno dei play-off non rimarrà impresso negli annali. Per il settimo anno consecutivo il club etneo resta confinato ai piedi della piramide calcistica nazionale. In quasi 75 anni di storia mai era successo che i colori rossazzurri siano rimasti così a lungo in Serie C. Il Catania è prigioniero dei suoi limiti sportivi e societari, con una mole consistente di debiti sul groppone. La piazza è stanca e occorre chiarezza sui programmi futuri. La conferenza stampa in programma martedì mattina a Torre del Grifo coinciderà con il momento della verità?
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