Sin dal suo approdo alle pendici dell’Etna, mister Baldini ha indicato alcuni concetti basilari su cui plasmare la sua idea di squadra, anteponendo i concetti di spazio e movimento a moduli ed esercizi analitici. Il tecnico massese ha ribadito più volte l’assenza di gerarchie e titolari fissi in squadra, pertanto le scelte di formazione avvengono in base a momento di forma, condizioni fisiche e caratteristiche dei singoli giocatori.
Nelle tre partite sotto la sua gestione, mister Baldini ha disposto la squadra in campo con il 4-3-3, schierando una coppia difensiva esperta e abile in copertura (Claiton-Giosa), un mediano con compiti di costruzione (Maldonado), due interni di centrocampo capaci di svolgere equamente le due fasi (Izco e Dall’Oglio) e due esterni offensivi (Piccolo e Russotto) a supporto di un perno centrale avanzato (Sarao).
L’allenatore del Catania ha sempre proposto il suddetto canovaccio, apportando correttivi in corso d’opera attraverso le cinque sostituzioni disponibili. Contro la Viterbese, l’impiego dal primo minuto di Reginaldo in luogo dell’acciaccato Russotto è stata l’unica variazione rispetto alle due precedenti uscite.
Pur non disponendo dell’organico nella sua interezza (ma l’infermeria si sta man mano svuotando), mister Baldini ha impiegato i medesimi interpreti con l’intento di dare continuità al lavoro intrapreso e concedere minutaggio a giocatori sin qui scarsamente impiegati durante la stagione per motivi fisici o scelte tecniche. Il trainer toscano sta tentando di indicare la strada ad un Catania in fase di rilancio dopo un periodo di flessione a livello di gioco e risultati che ha determinato il cambio della guardia in panchina.
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