ESCLUSIVA – Stampa locale, Francesco La Rosa: “Serie di attività per Stefania. Closing, spero prevalga il buon senso. Catania, puoi giocartela ai playoff”

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L’intitolazione della tribuna stampa a Stefania Sberna, la raccolta fondi per l’installazione di un defibrillatore allo stadio, la trattativa per il passaggio di proprietà. Questi i contenuti principali della chiacchierata con il collega Francesco La Rosa, conduttore storico, per ben 15 anni, della nota trasmissione sportiva “Sottorete” su Rei TV, emittente regionale per la quale lavora, e collaboratore di LiveSicilia.it su cui scrive i resoconti delle partite del Catania.

Da dove nasce l’idea di realizzare una targa e di intitolarla in memoria di Stefania Sberna?
“Stefania era come una sorella acquisita per me. Ho avuto questa idea della targa, l’amministrazione comunale ha messo in pratica il suggerimento. Ho chiamato il Sindaco, il quale mi ha dato subito la sua disponibilità. Vuole essere il segnale che Stefania sia ancora con noi, anche se non fisicamente. Le figlie, che ho intervistato domenica scorsa, hanno sottolineato che, attraverso questa targa, chiunque entrerà allo stadio e non conosceva la mamma, s’informerà e saprà chi fosse Stefania Sberna. Due tifosi – Bruno Marchese e Alfio Di Stefano – si sono assunti l’onere di realizzare la targa. Le figlie di Stefania hanno scelto la versione definitiva. Ne approfitto per ringraziare anche il Calcio Catania. Deve essere un segno tangibile che si continui a parlare di Stefania al di là del nostro ricordo personale”.

Come si è sviluppata, invece, la creazione di una raccolta fondi per installare un defibrillatore?
“Proprio all’indomani del funerale ne abbiamo parlato, trovando la collaborazione immediata del collega Lucio Di Mauro e ottenendo il supporto della Dottoressa Sara Pettinato che si occupa della Commissione consiliare alla Sanità. Abbiamo creato questa raccolta intestandola a un fondo che ha il nome del marito Salvo La Spina, rendendola trasparente. Fino a ieri sono state raccolte poco meno di 1.800 euro, il defibrillatore sarà installato molto probabilmente in prossimità della festa della mamma in una zona esterna, dove si congiungono il muro dello stadio con il palazzetto di Piazza Spedini, in modo tale da essere fruibile per la struttura sportiva e la piazza stessa. Il defibrillatore porterà il nome di Stefania. Iniziativa, anche questa, volta a far vivere Stefania sotto un’altra forma. Speriamo che non si debba mai utilizzare, ma è una strumentazione che può salvare la vita. Ci saranno anche altre attività, la All Stars Sicilia di cui faccio parte ha effettuato una donazione importante e faremo altre cose in futuro. Si possono ipotizzare manifestazioni spotive, eventi, trofei e altro ancora in fase di discussione. Stefania era ben voluta da tutti e vorremmo che continuasse a restare nella nostra memoria in maniera certa e indelebile”.

Spostandoci sul Catania, cosa ti aspetti dagli ultimi 90 minuti prima dei playoff?
“Può cambiare la posizione di classifica, con il Catania che ha addirittura la possibilità di chiudere al quarto posto, ma io ci credo poco e non penso ad un suicidio del Bari col Bisceglie. Esprimo rammarico, invece, per la storia dei due punti di penalizzazione, che poteva essere evitata dagli organi competenti. La discussione del ricorso è stata calendarizzata per il 5 maggio, poi ci può essere un controricorso ed i playoff da giocare. Avendo avuto un campionato intero a disposizione, perchè ridursi a questo punto? Detto ciò, a prescindere dal piazzamento in classifica, preferirei vedere una squadra tonica che possa ripercorrere quanto evidenziato con la Casertana, dimostrando compiutamente di essere padrona dei propri mezzi. Ha incassato la delusione di Catanzaro sopperendo ad eventuali problematiche determinate da assenze varie. Da una stagione intera il Catania si porta dietro Volpe oggetto misterioso, Piccolo che gioca a singhiozzo, anche Russotto è soggetto ad infortuni. Catania-Casertana ha chiarito il concetto che il Catania può permettersi di non essere dipendente da questa o quell’assenza. Credo che la squadra abbia dato una dimostrazione di gruppo abbastanza importante che m’induce all’ottimismo. Ovvio che elementi come Piccolo, Russotto e Volpe potrebbero darti quel qualcosa in più, ma dobbiamo prima valutare la loro condizione fisica”. 

Playoff, il Catania può arrivare in fondo?
“Il Catania non parte favorito soprattutto per la forza degli altri gironi, ma se la può giocare. Nel calcio ci sono tanti fattori che vanno a concorrere come la sfortuna, la fortuna, gli arbitri, la giornata di particolare vena di questo o quel giocatore. Il Catania può giocarsela con criterio e senza grandi aspettative, affrontando ogni gara come una finale. Se non dovesse andare bene, non ci sarebbero drammi. Ai ragazzi si dovrebbe sempre dire grazie, anche a Baldini per avere messo ordine in una squadra che ordine non ne aveva più. Soprattutto Baldini ha restituito credibilità a determinati calciatori facendoli giocare nel loro ruolo come Maldonado, Dall’Oglio, eccetera”.

Che ne pensi delle questioni societarie?
“Mi preoccupa quanto succede su questo fronte. La corda se la tiri troppo si spezza, mi aspetto che prevalga il buon senso. Lo spero. Questa storia di Tacopina va avanti ormai da troppi mesi. Mi rammaricano le lungaggini burocratiche da parte degli enti che devono ancora dare una risposta. Non vorrei che all’interno di Sigi ci sia qualcuno sfavorevole a dare l’ok per questa cessione. E’ un timore il mio, non un’affermazione. Se non volessero cedere, avrebbero la forza economica per andare avanti? Ci sono tante teste a dover decidere. Poi bisogna valutare la posizione di Tacopina, che se dovesse lasciar perdere rischierebbe di rimetterci 800.000 dollari, non cioccolatini. La sua lettera è più una sorta di aut aut, come dire «guardate che mi sto scocciando, facciamo in fretta». La situazione si deve riannodare e credo che un ruolo determinante possa avercelo l’attuale azionista di maggioranza, Gaetano Nicolosi”. 

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