Catanese di Paternò che ha spesso e volentieri parlato la lingua del gol, coronando anche il sogno di vestire la maglia del Catania in carriera, Ciccio Pannitteri interviene ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per una piacevole chiacchierata. Riflessioni sul momento attraversato dal figlio Orazio, ex rossazzurro attualmente in forza alla Vis Pesaro, analizzando anche il percorso del Catania ed il contesto generale dei playoff in Serie C.
Cosa dice il tuo presente?
“Dice che lavoro da dirigente a Paternò e mi trovo abbastanza bene. Ero abituato ormai a stare sul campo, avendo anche allenato per diversi anni. Ecco perchè inizialmente è stato un pò strano per me, ma pian pianino ho preso confidenza con il ruolo. Sono entrato a far parte di una società seria, un gruppo di amici. Questo mi ha avvantaggiato. Siamo molto affiatati, andiamo d’accordo. Quando c’è da discutere lo facciamo, idem quando bisogna prendere un giocatore. C’è unione d’intenti”.
Come si sta comportando Orazio alla Vis Pesaro?
“Quest’anno mio figlio ha avuto un pò di sfortuna per via degli infortuni rimediati, poi il cambio di allenatore non lo ha aiutato perchè Di Donato utilizza il 3-5-2, mentre Orazio era un pupillo del precedente tecnico, Galderisi. Non gioca con la stessa frequenza della passata stagione, ma ha effettuato qualche assist e gol. In campo riesce sempre a farsi valere quando viene chiamato in causa, trovando la giocata giusta. E’ cresciuto nel tempo, crescerà ancora tanto”.
Lui ce l’ha un pò di rammarico per avere lasciato il Catania?
“E’ un classe 1999 ed è stato otto anni nelle giovanili del Catania. Negli ultimi due con la Berretti di mister Pulvirenti giocava pochissimo, come Biondi. Adesso entrambi stanno facendo bene nelle rispettive squadre. Dopo l’esperienza di Acireale e Locri, sperava almeno d’iniziare il ritiro con la prima squadra del Catania ma lo hanno lasciato libero. Il rammarico c’è perchè per i ragazzi catanesi giocare nel Catania è un onore. Lui ci teneva, il club ha fatto le sue scelte e alla fine Orazio ha trovato a Pesaro una buona società, ben organizzata, una bella città. Ha tanti margini di crescita. Già l’anno scorso lo seguivano anche in categoria superiore”.
Passiamo alle vicende del Catania. Cos’ha pagato mister Raffaele, a tuo avviso?
“Raffaele lo conosco, è un amico. Un ragazzo che stava andando abbastanza bene. La posizione in classifica del Catania è questa, anche con Raffaele la squadra non avrebbe fatto meglio o peggio di così. Fermo restando che Baldini ha portato entusiasmo. Forse il match Catania-Palermo ha inciso in maniera significativa sul percorso di Raffaelle. Qualcosa si è rotto dopo quel derby perso in 11 contro 10, con il Catania che aveva tutti gli ingredienti per vincerlo. Lì sono partiti i problemi di Raffale”.
Nei momenti clou è mancato il salto di qualità, solo un caso?
“E’ mancato qualcosa. Non posso giudicare dall’esterno, ma non è casuale che il Catania nei momenti cruciali non riesca a fare il salto di qualità. Però bisogna sempre tenere a mente che, tra poche giornate, si resetterà tutto cominciando una sorta di nuovo campionato ai playoff. Qualche anno fa il Cosenza, pur non essendo favorito, ha vinto i playoff. Dipende molto dalla condizione fisica, dalla componente fortuna, dall’entusiasmo che riesci a generare trovando le avversarie con qualche infortunio e dal non perdere giocatori importanti. Ottenere il miglior piazzamento possibile conta”.
Catania favorito domenica per la vittoria contro la Casertana?
“A maggior ragione per il fatto che la giocherà in casa, è una partita che il Catania deve provare a vincere. Con Baldini finora il Catania è andato abbastanza bene tra le mura amiche, penso sia una gara alla portata degli etnei, che possono vincere pensando magari con più tranquillità al percorso playoff”.
Che ne pensi di Maurizio Pellegrino? So che lo hai conosciuto da calciatore…
“Era un buon giocatore, un centrocampista di quantità e qualità che sapeva giocare coi tempi giusti, ottimo elemento per la Serie C. Io, lui e Pasquale Marino eravamo sempre assieme. Vederlo ora operativo come dirigente fa piacere perchè è un ragazzo che merita. Ha ricoperto diversi ruoli, da allenatore a responsabile delle giovanili. In più farebbe qualsiasi cosa per i rossazzurri perchè ha un amore sincero per il Catania. E’ un ragazzo intelligente, riesce a calarsi nella realtà con competenza. E’ sempre stato così, ci sa fare”.
Che mi dici della vicenda Tacopina?
“Dico che è passato troppo tempo. Da un anno non c’è ancora il nero su bianco. Spero, per il bene del Catania, che Tacopina riesca ad acquistare il club. Siamo sul punto di dire «sì, ci siamo. Stiamo firmando» ma poi ci sono sempre degli intoppi. L’auspicio è che si possa programmare un futuro ambizioso il prossimo anno con Tacopina. Fermo restando che questa stagione può ancora dire tanto al Catania che, ripeto, è una buona squadra. Anzi, vedendo anche gli altri gironi di Serie C, ritengo che il Catania possa giocarseli fino alla fine i playoff. Se riesce a vincere i primi due turni dei playoff si crea entusiasmo. Mi sbilancio e affermo che una squadra del girone C sarà sicuramente in finale, spero sia il Catania”.
E il Palermo, che ruolo potrà avere nei playoff?
“Vedo meglio il Catania all’interno dello scenario. Non tanto per un discorso di classifica, ma perchè è la squadra che mi sembra più completa per la C. Di categoria. Il Palermo registra troppi alti e bassi, non è mai costante. Il Palermo può dare fastidio a tutti ma solo se è in giornata”.
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