ESCLUSIVA – Costantini: “Il mio Catania era poco dinamico. Adesso Maldonado può esprimersi al meglio. Tacopina dia linfa all’amore dei tifosi”

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Maurizio Costantini

L’ex allenatore rossazzurro Maurizio Costantini, attuale Direttore Responsabile del Sandonà (Eccellenza), è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com per commentare la situazione in casa Catania quando si avvicina il fischio d’inizio a Catanzaro, rivolgendo anche uno sguardo ai suoi trascorsi sulla panchina etnea:

Oggi il Catania affronterà il Catanzaro. Proprio al “Ceravolo” i rossazzurri vinsero con lei alla guida dell’Elefante nel 2004…
“Ricordo una vittoria importante in quel momento della stagione. Andare a vincere su quel campo non era semplicissimo. Ci riuscimmo disputando una partita di grande difficoltà, pur avendo dei giocatori importanti. Quell’anno però la squadra non aveva grandi mezzi dal punto di vista fisico, essendo abbastanza avanti negli anni. Mi diede un pò di fastidio il fatto che la rosa venne stravolta a gennaio, presentando condizioni molto diverse che avrebbero supportato la mia idea di calcio se non fossi stato esonerato prima. Ma è la vita. Sotto il profilo professionale non è andata benissimo, ma io di Catania ho un ricordo eccellente. Parlo della città, della gente. Sono stato bene. Al di là dei due anni fatti ad Acireale, per cui avevo già conosciuto molto della zona. Avevo degli amici, dal Direttore Salerno a qualche giocatore. Catania è una città splendida, conservo un ricordo importnate”. 

Di fatto non partecipò attivamente alla costruzione della rosa in estate?
“Io non ho mai scelto i giocatori. Discutevo con il Direttore, facevo presente la mia idea di gioco. Io ero all’esordio da allenatore in B. Chi ha scelto i giocatori, ha pensato di puntare su elementi di maggiore esperienza, diciamo così. E questo non fu compatibile con la mia idea di calcio dinamico, propositivo, andando ad accorciare molto alti come avevo fatto in precedenza ad Acireale, Mestre e Trieste. I Walem, i Ferrante, i Miceli e tanti altri non avevano queste caratteristche. Andavano a ritmi loro, non è un caso se a gennaio ci furono stravolgimenti all’interno della rosa”.

Quanto fu difficile accettare l’esonero?
“Fui esonerato dopo la sconfitta in casa per 1-0 contro il Bari giocando una bruttissima partita, perdendo a seguito di un errore difensivo di Bianco, il giocatore che gradivo più di tutti. Oggi fa l’aiutante di De Zerbi e ogni tanto mi manda messaggi del tipo «mister, se non avessi fatto quell’errore forse sarebbe andata diversamente». Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Purtroppo da quella squadra ci si aspettava che potesse vincere il campionato ma non aveva le caratteristiche per farlo, perchè giocava a ritmi troppo bassi e quando i ritmi si alzavano andava in difficoltà. Ricordo un gran primo tempo doveva vincevamo 1-0 mettendo in difficoltà enorme il Crotone di Gasperini in Calabria, però nella ripresa sul piano fisico ci hanno messo lì e non riuscivamo più a ripartire. Per giocare un calcio dinamico serve altro. Nel lungo periodo vince chi ha maggiore capacità di dinamismo”.

Passiamo al presente rossazzurro. Anche quest’anno il Catania si appresta a disputare i playoff. Il cambio alla guida tecnica ha dato una scossa?
“Bisogna sempre avere degli equilibri nel calcio. Conosco abbastanza bene i giocatori del Catania. Due-tre volte ho visto una squadra che faceva fatica ad esprimere gioco. Il cambio di allenatore ha portato qualcosa di diverso, i giocatori hanno sposato la causa, Baldini è riuscito a trovare la chiave giusta, anche se un mese è veramente poco per giudicare. A centrocampo è stato rilanciato un giocatore come Maldonado, che deve essere messo nelle condizioni di giocare in un certo modo per esprimersi al meglio. Se prendi quel tipo di calciatore è chiaro che devi giocare palla a terra. Se, invece, giochi a cercare la punta e scavalcare la linea di centrocampo, Maldonado fa fatica. Parlo di lui, come di altri giocatori che magari vanno in difficoltà se non sposano il progetto tattico dell’allenatore. La nuova guida tecnica ha portato concetti diversi e modificato qualcosa. Probabilmente i calciatori si adattano meglio alle condizioni richieste”.

Tacopina è il personaggio giusto per rilanciare Catania?
“Io dico sempre che se arriva qualcuno a mettere denaro fresco va benissimo dappertutto. Mi auguro che possa essere la figura giusta per il Catania. In Italia è già conosciuto. Può dare linfa ad una società che da qualche anno ha sempre avuto delle difficoltà. Dalla retrocessione in B sono emersi problemi economici e di altra natura, penso che Catania ne abbia viste tante in questi anni. La nuova proprietà dovrà, soprattutto, dare linfa all’amore che ha la gente per la squadra. E’ molto importante questo aspetto, perchè il pubblico può dare un contributo determinante al Catania. Se Tacopina dimostrerà di essere la figura adatta, vorrà dire ripartire per i colori rossazzurri”.

E intanto ci sono i playoff da giocare…
“Sono una lotteria perchè soltanto una li vincerà. Basta che sbagli mezza partita e sei fuori. I playoff li conosco bene perchè li ho fatti parecchie volte. Capita che da sfavorito li vinci e da favorito li perdi. Poi il format attuale non agevola. L’allargamento a 28 squadre è una condizione difficile da valutare perchè chi gioca i primi due turni può arrivare più stanco ma anche più preparato psicologicamente e mentalmente rispetto a chi è fermo da 15-20 giorni. Ci sono pro e contro in tutte le situazioni. Il ciuffo d’erba può fare la differenza in un senso o nell’altro”.

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