La compagine pugliese del Bisceglie è giunta alla sua quarta partecipazione consecutiva al campionato di Serie C. In precedenza i nerazzurri stellati avevano militato nella vecchia Serie C2 per dodici anni di seguito (dal 1986 al 1998). Squadra, quella biscegliese, intenta a costruire mattoncino su mattoncino la permanenza nella categoria dopo la duplice delusione ai play-out patita nelle annate più recenti.
A vedere i risultati ottenuti sul campo, la squadra sin qui ha dimostrato di saper coniugare qualità e carattere nonostante la cifra tecnica non sia elevatissima. I 21 punti conquistati in 26 partite al momento permettono di rimanere ancora agganciati al treno della salvezza senza passare dalla “lotteria” dei play-out. A pesare sulla classifica attuale è soprattutto lo scarso rendimento esterno: una sola vittoria lontano dal “Ventura” (a Foggia) e 26 gol sul groppone a rendere la retroguardia nerazzurra stellata la più perforata lontano dalle mura amiche. Bisceglie che nei primi 35′ delle partite ha segnato 9 gol, sinonimo di una squadra dotata di cinismo e abile nell’imprimere un ritmo elevato nelle fasi iniziali delle gare.
L’organico è composto in gran parte da giovani desiderosi di mettersi in mostra, con i difensori Priola, Altobello e Giron, il laterale destro Tazza, i centrocampisti Romizi, Cittadino (miglior marcatore con 7 reti) e Maimone, gli esterni offensivi Mansour e Sartore e gli attaccanti Cecconi, Musso e Rocco elementi cardine della squadra allenata da Aldo Papagni, il quale è subentrato a partire dalla 22ª giornata a Giovanni Bucaro. L’esperto trainer biscegliese sin dal suo insediamento in panchina ha varato il 3-5-2 quale sistema di riferimento al fine di ottenere risultati con il materiale tecnico a disposizione.
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