Il giorno dopo la disfatta nel derby di Sicilia, l’Elefante continua a leccarsi le ferite. Il boccone è di quelli pesanti da mandare giù. Quella appena trascorsa è stata la serata più amara dell’ultimo decennio, ancor più dell’eliminazione ai play-off per mano del Siena nel 2018. È stato sbagliato tutto: l’atteggiamento in campo, la formazione, le indicazioni tattiche, le sostituzioni, perfino la scelta dello specialista sui calci piazzati. Un merito però va dato a Raffaele, quello di non essersi trincerato dietro alcun alibi nel commentare a caldo la partita. È facile intuire, tuttavia, come una botta del genere lascerà inevitabilmente pesanti scorie sulla prosecuzione della stagione.
Questo tipo di prestazione, in occasione della gara più importante, non è stata frutto del caso o della sfortuna, ma è figlia di un evidente processo involutivo. Nel girone di ritorno il Catania ha rallentato il passo, perdendo per strada compattezza e solidità difensiva che avevano caratterizzato la prima parte del percorso. Il mercato di gennaio ha tolto certezze alla squadra anziché fornirne di nuove. A gennaio le difficoltà in sede di campagna acquisti erano note a tutti, ma con qualche idea in più forse si poteva sopperire meglio alla mancanza di risorse importanti da investire sul parco giocatori.
Non convince il medesimo canovaccio tattico proposto da Raffaele, facilmente leggibile agli occhi di squadre e allenatori avversari. Si insiste continuamente sulla costruzione dalle retrovie in assenza di un metodista di ruolo in campo, sul gol di Santana pesa poi l’ennesimo errore di tipo individuale a difesa schierata. Il campionato del Catania andrà avanti nella sua naturale prosecuzione, ma è chiaro che sulla stagione dei rossazzurri rimane una macchia indelebile.
***CLICCA QUI per mettere MI PIACE alla nostra pagina Facebook***