PAGELLE DI REPARTO: difesa in affanno, centrocampo disastroso e attacco sterile

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Come all’andata il Teramo batte di misura (1-0) il Catania e ottiene una vittoria importantissima in chiave playoff. Catania molto sottotono e inguardabile. Di seguito le pagelle di reparto:

Difesa 5: il tridente inedito composto da Sales, Claiton e Giosa ha sofferto la qualità ed il dinamismo della trequarti biancorossa non riuscendo quasi mai a leggere le giocate soprattutto di Costa Ferreira. Le clamorose occasioni di Pinzauti e Mungo, create proprio dal numero 8 biancorosso, ne sono l’emblema anche se, nel complesso, proprio quello arretrato è stato il reparto migliore di tutta la partita. Un capitolo a parte lo merita Confente. Il portiere veneto vola in corner su un tiro molto insidioso di Diakite ma, un minuto più tardi, resta immobile in occasione del tiro di Vitturini che si stampa su entrambi i pali e rimbalza sullo stesso Confente. Ingenuità pagata a caro prezzo.

Centrocampo 4: la vera nota dolente di quest’oggi è proprio la zona mediana. Il centrocampo a 3 tutto corsa e dinamismo non ha funzionato. Pessima sia la prova di Welbeck che quella di Rosaia. Entrambi non hanno offerto né qualità né quantità, correndo sempre a vuoto e non supportando la manovra. Male anche Dall’Oglio che cresce un pò nella ripresa ma, quest’oggi, a fare la differenza sono state le idee e l’organizzazione di gioco degli avversari. Maldonado è entrato a 20’ dalla fine per innalzare il tasso tecnico della mediana ma anche lui non è riuscito ad imprimere una svolta al match. Molto male Albertini. L’ex Francavilla continua a non trovare continuità nelle prestazioni. Non salta mai l’uomo e non crossa con pericolosità, anche a livello difensivo non riesce ad essere di supporto. Discrete invece la prestazioni sia di Pinto che di Calapai. Entrambi sono apparsi molto più dinamici ed attenti rispetto alle ultime uscite, provando a raggiungere la linea di fondo con maggiore insistenza ed a trovare, senza esito, la giocata vincente.

Attacco 4.5: il tandem iniziale RussottoDi Piazza non ha portato gli esiti sperati. Complice anche la giornata no della mediana, il bomber di Partinico non è stato mai servito a dovere. Ha provato con qualche spizzata di testa a far partire l’azione ma la retroguardia avversaria ha prontamente sventato sul nascere ogni possibile pericolo. Da dimenticare anche la prova del numero 7 etneo. Il folletto romano, oggi insignito della fascia di capitano, non dà seguito alle prove precedenti sfoderando una prestazione decisamente sottotono. Non riesce a dialogare con Di Piazza ed anche nella ripresa non crea pericoli alla difesa avversaria se non al 93ì quando, in rovesciata, prova il gol della domenica. Sarao entra verso la metà del secondo tempo per sfruttare la sua fisicità ma non incide. Si rivede dopo più di un mese Antonio Piccolo. L’unica nota lieta è proprio il suo ritorno sul rettangolo verde. Considerando tutte le attenuanti del caso (condizione fisica precaria, giornata no dei compagni ed il poco tempo a disposizione) la sua prova è stata incoraggiante. Qualche spunto interessante con delle accelerazioni improvvise hanno provato un po’ a scombussolare la difesa aprutina senza però riuscire nell’intento. Pessimi invece i 45’ di Reginaldo. Il brasiliano (uno dei peggiori in campo) sbaglia sempre la giocata ed anche palloni abbastanza semplici diventano quasi sempre imprendibili.

Raffaele 4,5: Così non va. Il suo Catania si dimostra ancora una volta privo di gioco ed idee. Il 3-5-2 iniziale proprio non funziona. La mediana etnea viene soggiogata dalla qualità degli avversari con Costa Ferreira liberissimo di agire come meglio crede senza essere minimamente contrastato. Fase di impostazione praticamente assente con solo lanci lunghi verso gli attaccanti (sintomo di un malessere a centrocampo). Anche le scelte nella ripresa appaiono piuttosto discutibili con l’innesto poco produttivo di Reginaldo e l’ingresso tardivo di Maldonado. Resta da capire il perchè del mancato impiego di Manneh che avrebbe potuto aggiungere maggiore brio e freschezza ad una manovra piuttosto semplice e prevedibile.

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