A cura di Gianluca Virgillito, Direttore Responsabile della testata Antenna Uno Notizie su Bella Radio Tv e Radio Antenna Uno
Fame, lucidità, brillantezza e cinismo: tutto ciò che serve al Catania per il derby di mercoledì e tornare in alto.
Gli ingredienti da miscelare per tornare ad essere competitivi per l’alta classifica sono facili da individuare ma non altrettanto semplici da mettere insieme per far sì che la ciambella riesca subito col buco. Il Catania visto nelle due trasferte di Pagani e Vibo Valentia (1-1 ieri allo Stadio “Razza” con goal di Sarao, in serie positiva) ha deluso le aspettative della vigilia, tornando a casa con un bottino di soli due punti e tanto rammarico per le ghiotte occasioni sprecate per un avvicinamento alle big del Girone C di Serie C. Il mese di febbraio era importante perché avrebbe dato indicazioni sulle potenzialità della squadra sia in chiave regular season ma soprattutto, inutile girarci attorno, in prospettiva playoff.
I rossazzurri sono reduci da tre pareggi e una sconfitta nelle ultime quattro partite, un trend che ha condotto la squadra ad una lieve flessione in classifica e soprattutto ad un primo bilancio sul mercato di riparazione condotto dal sodalizio di via Magenta. Se al Catania servivano giocatori pronti, l’esperimento del mercato low cost improntato sull’esperienza non ha dato gli esiti sperati. Se l’obiettivo è caricare anche dal punto di vista prettamente fisico il gruppo in ottica playoff, possiamo ancora concederci il dubbio che il Catania possa essere competitivo. Del resto, un girone fa, i discorsi erano gli stessi. Pertanto non è una questione di rimpianti per la sessione di calciomercato, quanto una riflessione sulla competitività della squadra nei momenti topici della stagione. In tal senso va inquadrata non soltanto la futura esperienza agli spareggi promozione, ma andando meno lontano anche l’impegno di mercoledì nel derby col Palermo è un banco di prova per i nervi e il fisico del Catania.
La benzina a volte sembra mancare, anche tatticamente trovare il vestito giusto per il Catania sta diventando un po’ difficile per mister Giuseppe Raffaele che ieri ha tentato la mossa del 4-2-3-1 senza però trovare il bandolo della matassa. Motivazioni, esplosività fisica e analisi tecnico-tattica per una proposta di gioco più funzionale alle caratteristiche dei calciatori in rosa, soprattutto in attacco. Meno disattenzioni dietro perché stanno costando quasi sempre un goal di svantaggio, spesso immeritato. Tra le attenuanti, l’assenza di giocatori chiave quale sarebbe stato sicuramente Piccolo, e anche i tanti impegni ravvicinati hanno messo a dura prova la resistenza etnea. Un gruppo anagraficamente maturo, e forse maggiormente soggetto a svarioni e cali di rendimento lungo un’annata impegnativa e particolare quale quella 2020-2021, segnata anche dai rinvii delle partite causa Covid-19.
Essere eccessivamente severi con la squadra, però, appare una forzatura da cui bisogna prendere le distanze: ricordiamo infatti che l’obiettivo dichiarato non è quello di vincere il campionato. Ovvio comunque che il buon cammino sin qui svolto obbliga la compagine rossazzurra a continuare a crederci e lavorare al mille percento per chiudere quanto più in alto possibile. Un prestigioso e improbabile grande risultato sportivo potrebbe infatti mettere fine alle angosce circa l’esposizione debitoria societaria. A proposito di questo si continua a lavorare e Tacopina è spettatore interessato in questi giorni delle interlocuzioni di SIGI col solito scopo di ridurre e rimodulare i debiti.
Il derby col Palermo è una storia a parte. Dopo troppo tempo di nuovo al “Massimino” per una battaglia sportiva che per i colori catanesi non ha eguali, per questo la squadra dovrà cercare di superare l’ostacolo con una cattiveria agonistica moltiplicata, giocando la gara perfetta della sua stagione senza pensare agli alibi della stanchezza, delle assenze, o del closing che attira su di sé l’attenzione mediatica.
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