CATANIA SOTTO SHOCK: squadra smarrita e confusa, Raffaele non è l’unico responsabile

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Ottava sconfitta in campionato per un Catania che non riesce a risollevarsi. I rossazzurri cadono anche a Torre del Greco, rivitalizzando un modesto avversario che registra – numeri alla mano – la difesa più battuta del campionato (48 gol subiti) e veniva da un periodo assai negativo di risultati. Turris che dall’inizio del nuovo anno aveva vinto una sola volta, al cospetto della Casertana il mese scorso. Male, molto male la squadra dell’Elefante che non dà segnali di risveglio neanche al cospetto di una Turris in chiara difficoltà. Al termine del match Giuseppe Raffaele ha preferito non rilasciare dichiarazioni, ma ci ha messo la faccia il buon Vincenzo Guerini, Responsabile dell’Area Tecnica. Chiaro che la società deve adoperarsi per trovare una soluzione.

Dopo avere disputato una positiva prima parte di campionato, da febbraio è stato un Catania in continua involuzione. Pagando pesantemente dazio a Terni, per poi gettare alle ortiche i tre punti nello scontro diretto col Bari, fino ad arrivare al ko nella gara più importante della stagione, il derby col Palermo, che forse ha lasciato strascichi pesanti sul piano mentale. Lo 0-3 di Bisceglie aveva evidenziato timidi segni di ripresa, prontamente annullati nella partitaccia casalinga col Teramo a cui ha fatto seguito il clamoroso tonfo di Torre del Greco. Solito svantaggio nel primo tempo e reazione confusa di una squadra smarrita, priva d’indentità, psicologicamente bloccata che non ha saputo sfruttare nemmeno la concessione di un calcio di rigore. Dopo i precedenti errori di Sarao e Dall’Oglio in stagione, stavolta è toccato allo specialista Piccolo fallire dal dischetto.

Non vi è più alcuna traccia del Catania combattivo e determinato che sapeva sopperire ai limiti tecnici nei mesi scorsi. Questo Catania è brutto, abulico, poco lucido e non si è vista la grande reazione del gruppo auspicata da Andrea Russotto qualche giorno fa. E mentre Antonio Piccolo – tornato in campo dal 1′ dopo l’infortunio – fa mea culpa per il penalty fallito, la squadra scivola al settimo posto in classifica continuando a perdere posizioni utili in chiave playoff. Il tempo per recuperare c’è, ma il ruolino di marcia delle ultime dieci partite è da 14/a posizione.

Responsabilità a 360 gradi, che iniziano da chi ha impostato la preparazione atletica (inconcepibile la lunghissima serie d’infortuni che attanaglia il Catania da inizio stagione), proseguono con chi ha messo in campo la squadra ed è entrato in confusione (Raffaele), ma anche con la dirigenza per le scelte di mercato operate a gennaio e rivelatesi fin qui improduttive. Infine, ma non per ultimi, i calciatori che sono venuti a mancare soprattutto sul piano dell’atteggiamento nell’ultimo mese e mezzo. Fatto inaccettabile, questo. Perchè, seppur nel contesto di un’annata di transizione, è doveroso assicurare sempre il massimo rispetto dei colori rossazzurri. Reagendo da uomini veri alle avversità. Ed è quello che, si spera, accadrà a partire dal prossimo delicato impegno interno con l’Avellino.

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