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In quella che, alla vigilia, si presentava come la partita più complicata delle ultime settimane, il Catania del neo tecnico Francesco Baldini dimostra, con cuore e grinta, di poter ancora dire la sua e ritagliarsi un proprio spazio in questo finale di stagione. La squadra più in forma del momento cade al “Massimino”con un perentorio 3-1 e rilancia le ambizioni dei rossazzurri in ottica quinto posto.
Pronti via e gli etnei sono già in vantaggio (3’). Con un calcio di punizione dai 30 metri Andrea Russotto trova l’angolo vincente e sigla il secondo gol stagionale con la casacca dell’Elefante portando in vantaggio i suoi. La rete a freddo galvanizza i rossazzurri che disputano un primo tempo ricco di corsa e “garra”. Al 13’ Pinto calcia da fuori ma la sfera termina alta sul fondo. L’Avellino si avvicina dalle parti di Martinez solo 20 minuti più tardi quando D’Angelo viene servito splendidamente da Tito ma il centrocampista biancoverde, da ottima posizione, calcia debolmente e non impensierisce l’estremo difensore spagnolo.
Nel momento migliore degli irpini il Catania trova il raddoppio. (34’) Palla recuperata da Dall’Oglio che parte in contropiede e cede la sfera a Russotto, il quale serve Piccolo liberatosi in area, il numero 14 restituisce il pallone al fantasista rossazzurro che, con lucidità e freddezza, batte Forte per la seconda volta. Al 39’ Catania ancora pericoloso in contropiede con Dall’Oglio che prova a lanciare Sarao ma il filtrante dell’ex Brescia è troppo lungo per il centravanti milanese e l’azione sfuma. Nel finale di tempo (45’) Maldonado combina la frittata e provoca il calcio di rigore che riapre il match. Dagli 11 metri si presenta D’angelo: nonostante l’intuizione dell’estremo difensore spagnolo, insacca all’angolino basso.
Nel secondo tempo i lupi scendono in campo con un piglio diverso rispetto alla prima frazione ed al minuto 54 troverebbero anche il gol del pari con Santaniello che, anticipando l’uscita di Martinez, di testa insacca a porta sguarnita ma, fortunatamente per i padroni di casa, al momento della conclusione l’attaccante campano si trovava in offside. Tre minuti più tardi mister Baldini chiama in causa anche Welbeck e Manneh che rilevano rispettivamente Izco e Russotto. Al 60’ Sarao prova ad affacciarsi dalle parti di Forte ma il suo tiro viene rimpallato da un difensore e termina sul fondo. Dall’angolo seguente Giosa di testa tenta d’impensierire la retroguardia avversaria ma la palla finisce ben oltre la traversa. Qualche secondo più tardi (67’) entrano anche Rosaia ed Albertini al posto di Maldonado e Piccolo.
Il Catania prende le giuste contromisure, rendendosi pericoloso grazie agli spunti di Manneh. Al 79’ l’Avellino sfiora il pari con D’Angelo: il centrocampista, favorito da un rimpallo, tenta la botta da posizione ravvicinata ma Martinez si supera sventando una grandissima palla gol. Quattro minuti dopo arriva anche il turno di Sales che sostituisce uno stanchissimo Giosa. Nel finale irpini ancora pericolosissimi prima con Ciancio che (87’) mette in mezzo un cross tagliato e potente che attraversa tutta l’area di rigore prima di essere spedito, provvidenzialmente, in angolo da Calapai e poi (90’) con Rizzo che ruba clamorosamente la sfera a Sales e serve Santaniello, finito però ancora una volta in fuorigioco.
A pochi secondi dal fischio finale i rossazzurri calano il tris. Silvestri controlla la sfera ma non si accorge dell’arrivo di Manneh; il gambiano, frapponendosi tra palla e giocatore, viene atterrato. Per l’arbitro non ci sono dubbi e fischia il penalty che Manuel Sarao trasforma con grande freddezza. Al triplice fischio gli etnei possono finalmente festeggiare dopo aver sconfitto (meritatamente) una squadra che, fino a quel momento, in 14 partite aveva subito appena 4 reti, vinto 11 volte e pareggiato 3. Ottimo il 4-3-3 di mister Baldini (gran debutto sulla panchina rossazzurra) sia con la regia di Maldonado che con le percussioni centrali di Izco e Dall’Oglio, i quali in più di una circostanza potevano far male agli avversari. Nel complesso però a fare davvero la differenza sono state la grinta e la voglia messa in campo dai rossazzurri, che nelle ultime apparizioni sembravano essere del tutto sparite.
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