CATANIA REATTIVO: cura Baldini funzionante? La scossa c’è stata, servono conferme

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Se serviva una scossa per provare a rivitalizzare il Catania, sicuramente è arrivata. Bisogna adesso verificarne gli effetti nel prosieguo di un campionato in cui mancano solo sei partite. Intanto però è giunto un segnale incoraggiante. Che non può cancellare del tutto i problemi emersi nell’ultimo periodo, ma evidenzia un atteggiamento diverso da parte della squadra che pare aver assorbito positivamente il passaggio dalla gestione Raffaele a quella di Francesco Baldini. Attendendo necessarie conferme nelle prossime gare, giusto sottolineare il cambio di passo sul piano caratteriale.

Innanzitutto (finalmente) il Catania non ha regalato il primo tempo agli avversari. Per di più ad una squadra come l’Avellino, reduce da ben 14 risultati utili consecutivi e che, negli ultimi dieci incontri, ha raccolto lo stesso bottino di punti della corazzata Ternana (23). Biancoverdi lanciatissimi, desiderosi di superare anche l’ostacolo catanese per consolidare il secondo posto e provare ad alimentare sogni di vetta della classifica. La realtà dei fatti ha però confermato che la Ternana è imprendibile ma, soprattutto, che la corsa degli irpini si è fermata proprio al “Massimino”.

Il Catania non vinceva tra le mura amiche dal 13 febbraio (1-0 alla Virtus Francavilla), attraversava un momento decisamente no ed il neo allenatore Francesco Baldini ha avuto appena due giorni di tempo per lavorare in funzione di Catania-Avellino. Lo stesso Baldini ha affermato di non avere inventato niente e che i complimenti vanno attribuiti esclusivamente a chi è sceso in campo. Il mister fa il modesto. Perchè se da un lato l’ex tecnico del Trapani non è dotato di bacchette magiche, dall’altro va detto che è riuscito a trasmettere subito alla squadra alcuni concetti semplici e diretti: testa, mentalità, buona occupazione degli spazi e velocità nel recupero palla. Tutti i punti sono stati toccati, al cospetto di un Avellino che, a nostro avviso, non ha sbagliato approccio. Contrariamente a quanto sottolineato dal calciatore Emanuele Santaniello e da un amareggiato mister Piero Braglia, andato decisamente oltre le sue considerazioni tecnico-tattiche.

Semplicemente l’Avellino ha trovato un Catania che ha giocato da Catania, lottando su ogni pallone con disciplina ed equilibrio tattico, ordine e compattezza. Trascinato da un grande Russotto – che ha raggiunto quota 100 presenze in rossazzurro – e dalla generosità di tutti, da Claiton a Manuel Sarao, autore del definitivo 3-1 su rigore. Nella ripresa la reazione dell’Avellino era fisiologica, essendo in svantaggio. I rossazzurri hanno sopperito al calo fisico mantenendo alta la concentrazione fino alla fine, ad eccezione di un paio di grosse amnesie difensive. Vedi l’episodio del calcio di rigore biancoverde che ha visto protagonista Maldonado (buona, comunque, la sua partita) ed un pallone sanguinoso perso da Sales nel corso dei secondi 45′ che, per fortuna del Catania, non è stato adeguatamente sfruttato.

Bene così. Si è rivelata felice anche la disposizione tattica del 4-3-3 (4-5-1 in fase di non possesso) attraverso la quale i rossazzurri hanno limitato la forza d’urto dell’Avellino, rivelandosi molto efficaci nelle ripartenze e giocando con concretezza e cinismo. Prestazione abbastanza soddisfacente in tutti i reparti, ma aspettiamo ancora per capire se la ricetta Baldini avrà dato i suoi frutti. L’auspicio è che il tris calato all’Avellino segni un nuovo inizio per l’Elefante. Intanto è doveroso godersi la riconquista dei tre punti, tanto attesi e sudati contro una delle squadre più attrezzate e in forma del momento. Restituendo un pò di autostima e fiducia ad un Catania che sembrava appiattito e fragile, adesso apparentemente ritrovato.

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