Ancora un passo avanti lungo il percorso di crescita del Catania. La strada della conoscenza e dell’intesa tra i singoli, nel contesto di una rosa quasi del tutto rinnovata ad inizio stagione, ha portato i rossazzurri a consolidare una mentalità forte per spirito di gruppo, senso d’appartenenza e unione d’intenti. Mister Giuseppe Raffaele è riuscito a plasmare l’identità di una squadra dura a morire, che aggredisce, lotta, sgomita, getta il cuore oltre l’ostacolo. Ostacolo che, in questo caso, si chiamava Virtus Francavilla e non era affatto semplice da superare.
I pugliesi si sono dimostrati infatti coriacei e determinati, non hanno mollato fino alla fine chiudendo bene gli spazi con grinta, ordine e acume tattico. A differenza di altre occasioni, però, non hanno palesato particolare efficacia nelle ripartenze. Prova ne sia che solo una volta sono andati al tiro in porta, con un super Confente bravissimo ad opporsi sulla conclusione a botta sicura di Maiorino. Merito di una difesa granitica, ben protetta dal trio composto da Sales, Giosa e Silvestri.
Non è stato un incontro dagli alti contenuti spettacolari, agonismo e tatticismi hanno preso il sopravvento. Poche emozioni nell’arco dei 90′, gara bloccata, avversario che si è confermato scorbutico come da tradizione per il Catania. E la storia ha trovato conferma anche nell’acquisizione del risultato, la sesta vittoria di misura su sei confronti tra le due compagini al “Massimino” che evidenzia ancora una volta il tabù etneo per il Francavilla. Malgrado le pesanti assenze in attacco (Russotto e Piccolo in primis), il Catania ha saputo interpretare con intelligenza ed equilibrio le fasi del match. Evitando di scoprirsi ai contropiedi biancazzurri, alzando e abbassando i ritmi quando necessario, trovando le soluzioni adeguate per mettere in difficoltà la retroguardia ospite.
Il 3-4-1-2 di partenza avrebbe dovuto “accendere” la manovra offensiva puntando sull’estro di Golfo in posizione di trequartista, la rapidità di Di Piazza e l’imprevedibilità di Reginaldo. Passando al 3-5-2 con Golfo seconda punta e gli inserimenti di Maldonado e Dall’Oglio, mister Raffaele ha preferito favorire il possesso palla, sfruttare qualche inserimento in più dei centrocampisti e, soprattutto, ricercare più di frequente le linee esterne. Mosse azzeccate dall’ex allenatore del Potenza che ha dato il giusto input al Catania, premiato a circa un quarto d’ora dal 90′ con la trasformazione del rigore di Dall’Oglio. Un penalty pesante che dà fiducia e ulteriore slancio alle ambizioni rossazzurre, per la gioia di Raffaele che vede il Catania sempre più a sua immagine e somiglianza.
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