E’ cresciuto nelle giovanili della Roma per poi esordire nella massima serie con la maglia del Catania, negli anni ’80. Ha giocato anche in altre piazze importanti come Perugia e Catanzaro. Si avvicina il fischio d’inizio di Paganese-Catania e Massimo Gregori, doppio ex dell’incontro, concede un’intervista ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com.
C’è una bella lotta nei piani alti della classifica del girone C, ma la Ternana sta facendo un campionato a parte. Che ne pensi?
“La Ternana è un rullo compressore, guidata da un allenatore tosto che ha fatto calcio ad alti livelli. Inoltre vanta una rosa composta da tanti calciatori bravi. Mi sembra improbabile che qualcuno riesca a raggiungere i rossoverdi in vetta. Per il resto vedo un bel gruppetto di squadre in lotta per i play off. L’Avellino ad esempio, ma anche il Catanzaro che, però, dovrebbe vincere più partite. Vedendo il blasone delle squadre partecipanti, sembra quasi che la B attuale sia la Lega Pro e viceversa il girone C di terza serie rappresenti il campionato cadetto”
Non hai citato il Catania…
“Ovviamente c’è dentro pure il Catania nella corsa agli spareggi promozione. Parliamo di un’altra piazza che stona con la Serie C. Attenzione proprio al Catania perchè il passaggio di proprietà al gruppo americano potrebbe essere molto importante. Del resto Tacopina si presenta con grandi ambizioni. Dà sicurezza alla squadra, i tifosi dopo anni di sofferenza guardano le cose da una prospettiva diversa. Si crea entusiasmo, e questo vuol dire tantissimo per una piazza come Catania. I giocatori stessi hanno un motivo in più per dare il 100% in campo. Quest’anno, poi, il Catania è una squadra più di categoria. Da tempo sostengo che questi campionati si vincano anche con l’esperienza di qualche giocatore di categora superiore che scende in C con la testa giusta, ma l’aspetto fondamentale è che l’ossatura di squadra sia prettamente da Lega Pro. Questo Catania lo vedo bene perchè si è formato un bel gruppo e c’è continuità nei risultati, con una guida tecnica che dà sicurezza. Inoltre non si cambiano tanti allenatori come in passato. Con più ricambi il Catania potrà giocarsi al meglio i play off”.
Paganese-Catania, possibilità di conquistare punti importanti per gli etnei.
“Come organico e struttura di squadra il Catania è ben altra cosa rispetto alla Paganese, ma Pagani è un brutto campo, tutte le partite sono difficili. La Paganese non molla mai e storicamente nelle difficoltà riesce sempre, in qualche modo, a cavarsela. Non c’è proprio niente di scontato in questa gara. Per il Catania è un banco di prova importante nell’ottica di proseguire sulla strada della continuità. La squadra forte è quella che riesce ad avere un rendimento costante, alla lunga questo porta benefici ed alimenta le certezze”
Quanto ti rammatica non avere vissuto Catania nel più bel periodo della storia rossazzurra, visto che la squadra retrocesse in B nella stagione 1983-84?
“Fu la mia prima esperienza da calciatore professionista. Avevo meno di 19 anni, la Roma mi mandò in prestito. Facevo parte di una rosa con tanti giocatori a fine carriera. Esperienza bellissima a livello personale, ma l’organico secondo me non era all’altezza. Dissi subito sì alla chiamata del Catania. Di Marzio mi vide al Torneo di Viareggio che vinsi con la Roma e chiese di portarmi in Sicilia. Ero contentissimo. Alla 12/a giornata d’andata feci l’esordio a Genova, in quella stessa gara esonerarono l’allenatore ed il Catania ripartì da G.B. Fabbri che per me è stato come un secondo padre. Giocai più spesso e mi portò a Catanzaro con lui. Purtroppo ho vissuto Catania in un periodo storico non bello per i colori rossazzurri, magari sarebbe stato meglio arrivare dopo. Ero troppo giovane. Da lì cominciai a girare varie piazze, mi sono trovato bene un pò ovunque ma Catania rimane una delle esperienze più significative della mia carriera”
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