Attualmente operativo nello scouting del Frosinone Calcio, l’ex centrocampista rossazzurro Mattia Biso ha parlato ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com del trasferimento di Michele Volpe al Catania, soffermandosi anche su Emanuele Pecorino – passato recentemente alla Juventus – e tornando sull’esperienza vissuta alle pendici dell’Etna:
Mattia, come va con Angelozzi a Frosinone?
“L’ho avuto come Direttore ai tempi dell’Andria, ci siamo ribeccati a La Spezia dove allenavo le giovanili, lui era contento del mio operato. Poi abbiamo lasciato il club ligure e mi ha chiesto se potessi dargli una mano nello scouting del Frosinone. Sono contento della scelta perchè questo è un ruolo che mi piace. Non so se tornerò ad allenare, intanto faccio il corso da Direttore Sportivo. Mi piacere parlare di calcio, seguire giocatori, partite, allenatori, informarmi su metodologie di lavoro e quant’altro”.
So che anche il Frosinone seguiva Pecorino e Biondi, me lo confermi?
“Sì, sono giocatori che abbiamo seguito. Bisogna però tenere conto del fatto che, in questo periodo storico, non ci possiamo permettere di sostenere costi di un certo spessore. Di conseguenza siamo andati su altri profili. Pecorino, in particolare, è un giocatore molto forte e non è un caso se lo ha preso la Juventus, club con un budget diverso. Noi non potevamo entrare in questa griglia di pretendenti. Pecorino farà una carriera importante. Ha forza, è cattivo agonisticamente, intenso e forte sul piano fisico. Nonostante sia un 2001 è già maturo per la sua età”.
Il Catania ha sostituito Pecorino con Volpe, come mai la scelta del Frosinone di cederlo in prestito?
“Il Direttore voleva addirittura tenerlo, poi abbiamo avuto la possibilità di prendere Iemmello ed il ragazzo non avrebbe trovato tanto spazio, quindi si è preferito farlo andare a giocare. Veniva da un infortunio, ora sta bene ed è un ottimo profilo. Deve solo giocare e fare esperienza. Scommettiamo parecchio su di lui perchè ha struttura, fisico. Necessita di riprendere il ritmo”.
Perchè, tra le tante richieste ricevute, avete preferito prestarlo al Catania?
“Perchè Catania non è una piazza da C. Se un giovane si afferma a Catania, non ha problemi a giocare in altri posti. Ci sono delle tensioni diverse, blasone, una società importante con un centro sportivo di livello. Giocare a Catania rappresenta un’esperienza nell’esperienza. Ripeto, la nostra intenzione iniziale era quello di tenerlo. Poi il mercato ha conosciuto determinati sviluppi, con qualche risultato che stentava abbiamo ritenuto opportuno prendere un giocatore fortissimo come Iemmello. Abbiamo avuto questa possibilità di mercato, altrimenti Volpe sarebbe rimasto scalando le gerarchie, visto che sono andati via Ardemagni e Dionisi”.
Volpe somiglia per caratteristiche a Pecorino?
“Sì, certo. A differenza di Pecorino, Volpe ha già fatto in precedenza la C, deve soltanto ritrovare la forma migliore e star bene fisicamente. Secondo me è molto forte, completo, ha fisico e colpi tecnici interessanti con dei campionati sulle gambe. E’ stato sfortuato a livello d’infortuni però adesso è a posto. Volpe è un ’97 che speriamo possa tornare a casa e trovare lo spazio che sicuramente meriterà. Il sistema di gioco di Raffaele può esaltare le caratteristiche del ragazzo. Tantissime squadre lo volevano, ha scelto una piazza dove fare esperienza è importante. Dovrà superare la concorrenza per essere protagonista e strutturarsi a livello mentale perchè le aspettative a Catania sono alte. Adesso il ragazzo deve rispondere, ha una grande occasione e gioca in una città meravigliosa. Siamo soddisfatti della scelta. Penso siano fortunati sia il ragazzo che il Catania”.
Mattia, hai avuto modo di sentire Armando Pantanelli, attuale preparatore dei portieri del Catania?
“Con Armando ci siamo sentiti credo per Natale. Abbiamo fatto due chiacchiere ed è sempre un piacere sentirci. E’ un caro amico. A prescindere dal fatto che abbiamo giocato insieme, siamo rimasti legati. Gli ho promesso di andare a trovarlo a Catania, non sono ancora riuscito a farlo ma tornerò. Ho tanti amici a Catania e lui è un ragazzo a cui voglio molto bene”.
Avete condiviso un’esperienza bella e molto significativa in rossazzurro…
“E’ stato bellissimo perchè giocavamo anche un bel calcio con mister Marino, centrando l’obiettivo della A. L’altro giorno sono andato a trovare Paolino Bianco e Roberto De Zerbi a Sassuolo, li stimo tantissimo. Parlavamo di quel Catania con Baiocco, Mascara, Caserta, Spinesi, lo stesso De Zerbi, io in mezzo, Bianco, Cesar, Sottil e Silvestri dietro. Una squadra forte. Abbiamo fatto molto bene anche l’anno dopo, fino alla tragedia di Raciti che purtroppo ha pesato in tantissime situazioni. Giravamo ad una media punti molto importante anche in Serie A, da sesto-ottavo posto. Con quel ruolino di marcia rischiavamo di andare in Europa League. Tanta roba. Io ho giocato le prime 7-8 partite in A, poi mi sono fatto male al tendine e fui costretto ad operarmi. C’era la stessa ossatura della B, poi ricordo innesti come Biagianti, Falsini e Vargas. A Catania sono stato benissimo e ci divertivamo, una città stupenda”.
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