ACQUISITE NUOVE CERTEZZE: si poteva vincere, ma va bene così. Catania con carattere e personalità

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Pareggia il Catania, fanno altrettanto l’Avellino a Bisceglie ed il Bari contro la Cavese al “San Nicola” mentre il Catanzaro cade a Pagani. Visto così, sembra un’occasione sprecata per i rossazzurri. Per certi versi lo è, ma bisogna andare oltre a questo concetto. Il Catania ha raccolto un buon punto su un campo in condizioni non ottimali e, soprattutto, al cospetto di un avversario uscito migliorato dal mercato cosiddetto di riparazione che esprime un buon calcio, con giocatori di qualità.

Non era facile recuperare una gara messa male dopo il vantaggio di Scaccabarozzi. Fortunatamente per il Catania le Vespe non sono riuscite a chiudere i conti prima dell’intervallo, bravo Confente ad evitare il raddoppio. Non è un caso se il Direttore dell’Area Tecnica Vincenzo Guerini, all’intervallo, ha bacchettato la squadra commettendo una serie di errori dopo un approccio inizialmente positivo. I rossazzurri sono entrati in campo con altro piglio nel secondo tempo, più attenti in difesa (a proposito, bene Tonucci) ma anche decisi e determinati a riequilibrare il risultato. Gli sforzi sono stati premiati con la punizione di Luis Maldonado andata ad insaccarsi per il definitivo 1-1.

Manca almeno un rigore al Catania, verissimo, ma l’inadeguatezza di molti arbitri in Lega Pro non rappresenta una novità. Inutile, pertanto, aggrapparsi agli episodi arbitrali. Per vincere a Castellammare di Stabia si rendeva necessario avere un pizzico di fortuna in più ed una maggiore lucidità sotto porta. Occasioni come quella mostruosa capitata sulla testa di Di Piazza, ad esempio, vanno capitalizzate senza se e senza ma. Sbagliare, però, fa parte del gioco ed in questo caso specifico va evidenziata anche la bravura del portiere Russo.

Il Catania decide di giocare inizialmente a specchio (3-5-2) viste le assenze e le condizioni fisiche di alcuni giocatori chiave, Russotto e Piccolo su tutti, ma l’inserimento di Golfo nel secondo tempo ha dato più enfasi, imprevedibilità e brio alla manovra offensiva. La prestazione dei rossazzurri nel complesso c’è stata. In primis sul piano caratteriale e della personalità. Ancora una volta l’Elefante dimostra di sapere reagire alle avversità attraverso un blocco granitico che si chiama gruppo. Emergendo uno spirito di squadra combattivo e la predisposizione a non mollare mai. Quest’organico si conferma in tutto e per tutto il Catania di Raffaele, con un’espressione di gioco in crescita ed ancora ampi margini di miglioramento.

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