Il Catania ha superato il Foggia con grande merito dando prova di compattezza, lucidità nei momenti topici del match, corsa, disciplina tattica e spirito di sacrificio. Una prestazione all’insegna della brillantezza, della tenacia e dell’unità d’intenti quella fornita ieri sotto l’occhio vigile di Joe Tacopina. I rossazzurri hanno corretto il tiro in difesa, ridotto gli errori a centrocampo e capitalizzato la mole di gioco prodotta nell’arco dei 90′. Meccanismi che erano venuti meno sette giorni fa a Caserta ieri hanno trovato pieno sviluppo contro i “satanelli” in una sfida dalla posta in palio ragguardevole ai fini della classifica.
La retroguardia guidata da capitan Silvestri, pur registrando qualche sbavatura individuale e una lettura errata in occasione del corner da cui è scaturito il momentaneo pari ospite, ha tenuto. Positivo l’impatto di Sales, difensore pragmatico e istruito sulle direttive di Raffaele. In mezzo al campo la diga eretta da un Dall’Oglio determinato e da un Welbeck inesauribile ha dato prova di efficacia e consistenza, facendo pendant con la performance dei due instancabili cursori di fascia Calapai e Zanchi. In avanti il dialogo tra Piccolo e Russotto, i due giocatori tecnicamente più dotati della squadra, ha dato buoni frutti e il primo a giovarne è stato senz’altro Sarao, risoluto terminale offensivo di un collettivo coeso e per larghi tratti effervescente nello sviluppo della manovra.
I rossazzurri sono giunti al giro di boa del loro percorso stagionale in campionato con entusiasmo, ritrovata armonia societaria, spogliatoio unito, identità di gioco specifica e crescita dei singoli. Ci sono tutti gli ingredienti per guardare al futuro con fiducia e ottimismo. L’obbiettivo a breve termine resta il miglior piazzamento di classifica nell’ottica di una fase play-off da potenziali protagonisti. Per far si che ciò accada occorre però lavorare sodo e incrementare il tasso tecnico dell’organico attraverso qualche innesto.
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