A cura di Gianluca Virgillito, Direttore Responsabile della testata Antenna Uno Notizie su Bella Radio Tv e Radio Antenna Uno
Ed eccoci qui a raccontare, non senza emozione, che la storia continua. Il Calcio Catania è proprio come la città di Catania, unita dal simbolismo storico della distruzione e della rinascita che ciclicamente hanno segnato un “nuovo inizio” sotto l’Etna. Non muore mai, il sodalizio sportivo catanese, intrecciato alla vita della città che rappresenta e alle vite dei suoi tifosi. Bastava una firma per far risorgere il Catania dalle ceneri causate da una crisi economica devastante generata da anni di cattiva gestione e pessimi risultati sportivi e dal forte rischio di fallire, la firma di Joe Tacopina, il cui ingresso è stato favorito dall’azione salvifica della SIGI – adesso possiamo dirlo davvero – costruita col solo scopo di salvare la matricola 11700 tanto cara ai tifosi.
Cinque cifre messe una dopo l’altra a comporre un numero che si porta però alle spalle le storie di chi c’era dal principio e vive nella memoria dei tifosi che in quel “11700” trovano un senso più grande: perché il Catania è anche immagine del sangue versato, delle generazioni che furono a dispetto di quelle che oggi tengono alti i vessilli rossazzurri. Il giorno della firma stessa sul precontratto d’acquisto, con l’impegno del gruppo italo-americano a rilevare il 100% delle quote societarie al raggiungimento degli step prefissati sul fronte debitorio con gli accordi da siglare in via definitiva per formalità con Agenzia delle Entrate e Comune di Mascalucia, non è un giorno scelto a caso perché il 16 gennaio rievoca alla mente dei conoscitori della materia un nome e un cognome di una identità pesantissima quale sappiamo essere quella di Angelo Massimino.
Nulla è stato lasciato al caso, e su Tacopina grava ora il peso di una grande responsabilità che probabilmente conosce già: il rapporto matricola-tifoso si è rafforzato ancor di più, nella storia del Calcio Catania tutti hanno cercato disperatamente di non disperdere quel patrimonio molto più che numerico, anche rimettendoci la vita o comunque senza lesinare mai il massimo impegno per riuscire. Gli ultimi anni sono stati disastrosi quasi sotto tutti i punti di vista. Ripercorrendo gli ultimi mesi, vale la pena di citare chi ha lavorato per evitare il tracollo del club etneo, da Gianluca Astorina a Giuseppe Di Natale con Ignazio Scuderi, poi Fabio Pagliara, Maurizio Pellegrino, Giovanni Ferraù, Gaetano Nicolosi, i soci SIGI e infine Joe Tacopina.
Già alla vigilia della procedura che avrebbe assegnato tramite atto del tribunale il Catania alla SIGI, in una conversazione avuta proprio con Tacopina, fu detto che sarebbe stato soltanto posticipato l’appuntamento del manager con la città dell’Elefante. La promessa è stata mantenuta. Così domenica 17 gennaio 2020 diventa la data di un nuovo inizio, allo stadio “Angelo Massimino” il passato si intreccia col presente e si proietta al futuro. C’è Catania-Foggia, per la cronaca vincono i padroni di casa per 2-1 con un super Piccolo che alla nuova proprietà è piaciuto tanto, con il nuovo esordio di Russotto e la prima di Sales. L’entusiasmo si percepisce ma che peccato non avere i tifosi al seguito, la pandemia non ha ancora allentato la sua morsa.
C’è Tacopina insieme a Largotta seduto in tribuna, uno dei personaggi che impareremo a conoscere col tempo, proprio come Scibilia, Gardini e chissà quanti altri che entreranno in orbita rossazzurra nel proposito, udite udite, di diventare grandi. C’era anche il sindaco Salvo Pogliese che ha seguito la trattativa da vicino e con un occhio ai debiti del Comune e uno rivolto al suo amato Catania ha cercato di mediare spesso e volentieri sperando in un accordo poi raggiunto. Il futuro parlerà di campo – si spera – e di calciomercato per costruire una squadra competitiva. Il sogno di Tacopina è lo scudetto (parole sue) col Catania. Non ci resta che scrivere nuove pagine di una storia che si spera sia infinita, davvero.
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