ESCLUSIVA – Stampa locale, Virgillito: “Cessione Catania, critiche legittime sulla data ma va riconosciuto il lavoro di Sigi. Il 16 gennaio prova di credibilità”

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In questi giorni è un costante argomento di discussione in città la trattativa per il passaggio di consegne del Calcio Catania a Joe Tacopina. Abbiamo chiesto informazioni e qualche riflessione personale a Gianluca Virgillito, Direttore Responsabile della redazione di Antenna Uno Notizie che ringraziamo per il prezioso intervento ai nostri microfoni:

Gianluca, non c’è nulla di cui preoccuparsi in merito allo slittamento della firma al 16 gennaio?
“La firma è un atto che per forza di cose deve avvenire e avverrà. Tutti sappiamo che Sigi ha fatto uno sforzo, probabilmente anche nell’idea già a luglio che il finale dovesse coincidere con un passaggio di testimone. I problemi legati a questa rimodulazione dei debiti andando a sedersi al tavolo con l’Agenzia delle Entrate e con il Comune di Mascalucia richiedevano delle tempistiche. Sono state indirizzate critiche secondo me legittime per il mancato rispetto della data, perchè mai come in questo periodo serve una sicurezza tale da non disattenderla. Soprattutto viste le parentesi non proprio felici vissute dai tifosi sul piano calcistico e societario. Ma va rimarcato il lavoro molto serio ed importante fatto dalla Sigi e dai suoi legali. Lavoro riconosciuto anche dai professionisti del gruppo di Tacopina, perchè se l’avv. Arena non avesse riconosciuto l’impegno della controparte si sarebbe già alzato dal tavolo delle trattative. Dobbiamo dirlo per correttezza e precisione”. 

Alla fine la data del 16 verrà davvero rispettata?
“Ferraù ha dimostrato di essere un professionista affidabile, fermo restando che dei passaggi non sono molto chiari. Il 16 gennaio è una prova quasi da ultima spiaggia perchè poi metti alla prova la credibilità, se alla terza data fornita non collima la firma del contratto può suonare un campanello d’allarme. Settimana prossima arriverà Tacopina, dovrai dargli delle risposte in presa diretta, ci si guarderà negli occhi. Io credo che si sia trattato solo di un inconveniente. Da un lato la Sigi pensava di sbrogliare determinate pratiche e di avere le risposte volute entro una giornata X, e invece non sono arrivate. Io confido che ci siano le condizioni per arrivare alla firma il 16. Tacopina vuole essere certo di non ricevere delle brutte sorprese. Scoprire altri debiti di cui si sconosce la provenienza, ad esempio. Chiede chiarezza a 360 gradi sulla situazione debitoria”.

Tacopina aveva già intuito che potesse esserci uno slittamento nei giorni scorsi?
“Io penso sia importante sapere in che modalità si possa garantire che questo debito venga colmato. L’obiettivo finale è quello di non far fallire il Catania facendo rientrare la situazione debitoria. Ne abbiamo parlato anche con lo stesso Tacopina. Nel momento in cui Ferraù ha emesso il comunicato secondo cui la firma slitterà al 16, Tacopina ci ha risposto che firmerà in quella data e, poi, andrà allo stadio per Catania-Foggia. Qualche giorno prima abbiamo pubblicato l’intervista in cui Tacopina diceva che si sarebbe recato allo stadio «se firmiamo». Evidentemente aveva già il sentore di uno slittamento”.

Questo sentore lo percepiva come dubbio o una preoccupazione?
“Nelle sue riflessioni è sempre molto diretto. L’assenza di una comunicazione definitiva forse aveva lasciato presagire qualcosa, ma non in termini di preoccupazione. C’è una certa impazienza da parte di Tacopina di subentrare in fretta, probabilmente anche per un discorso legato agli sviluppi delle strategie di calciomercato. Da subentranti ci si propone di lavorare tanto sul piano amministrativo, avendo alle spalle la copertura del lavoro precentemente svolto da Sigi, con la necessità sportiva di andare a puntellare la squadra”.

Sarà il closing ad ufficializzare la cessione a Tacopina, ma perchè la firma è ancora più importante del closing stesso?
“Con la firma inizia l’iter burocratico. Rappresenta un punto di partenza dal quale cominciano una serie di trafile di cui si occuperanno i legali delle controparti che permetteranno al gruppo Tacopina d’insediarsi nel Calcio Catania. Siccome questo genere di transazioni non sono come andare al supermercato e pagare alla cassa, tanto per fare un esempio banale, la firma è una garanzia sul closing. Significa che il Catania passa a Tacopina ed il passaggio viene concretizzato dopo pochi giorni, a meno di cataclismi improvvisi. Poi ci sarà uno scambio di documenti finali che porterà alla nuova era”.

Chiariamo il fatto che i soci, adesso, sono compatti nella decisione di cedere a Tacopina?
“Non erano tutti d’accordo, poi Nicolosi – maggiore azionista Sigi – ha trovato una formula di cessione complessiva per poi rientrare in un secondo momento nel progetto Tacopina. Questo credo sia un altro passaggio importante, dopo diverse riunioni fatte per trovare la soluzione più giusta. Nel frattempo si doveva lavorare sulla riduzione drastica del debito, per permettere a Tacopina di entrare in maniera serena. La Sigi ha lavorato molto per ridurre questo debito, situazione molto ingarbugliata che si sta cercando di risolvere per garantire il futuro del Catania. Chiaramente c’è anche un business nel calcio, ben venga che ci sia la volontà d’investire. In questo momento ci sono cuore, business, accordi particolari da raggiungere, ma la chiarezza viene prima di tutto. Attendiamo fiduciosi. Tacopina rappresenta quella boccata d’aria fresca per una città in difficoltà per tantissimi motivi. Porta soggetti da fuori vogliosi d’investire, non spreme risorse interne, intende portare avanti progetti che riguardano il territorio ed il turismo. Alla piazza di Catania può solo fare bene l’ingresso di Tacopina. Catania ha bisogno d’investitori forti e seri”.

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