La Domenica allo Stadio, pagina Facebook vicina agli ultras della Curva Nord Catania, commenta l’uscita dal carcere di Antonino Speziale dopo essere stato condannato per la morte dell’ispettore Filippo Raciti risalente al 2 febbraio 2007:
“Tredici anni sono una eternità . In tredici anni puoi innamorarti, sposarti, fare figli, partire e cambiare vita; poi tornare indietro e ricominciare. Puoi sbagliare e ripartire da zero, cadere e rialzarti. In tredici anni puoi anche vivere una vita semplicemente normale. Alzarti, uscire di casa, andare a lavorare, fare una pausa al bar, vedere gli amici per una pizza, andare in curva per la partita. Giornate perfettamente identiche, forse noiose, ma vive. Quella vita che ad Antonino Speziale è stata negata, per tredici lunghi anni. Perché era il capro espiatorio perfetto: al posto sbagliato, nel momento sbagliato, ma perfettamente al posto giusto nel momento giusto per chi doveva trovare un colpevole qualunque fosse.
Sono cose che molti dicono da anni. Dapprima gli ultras, poi il Ris di Parma, infine tanti giornalisti. Ma non è questo che importa oggi. Perché chi era certo dell’innocenza di Antonino Speziale per la morte dell’ispettore Raciti, continuerà ad esserlo. Ma oggi, che Antonino torna libero, è giusto pensare a sua madre e a sul padre, a tredici anni trascorsi con angoscia, ad una famiglia che non si è distrutta ma ha saputo andare avanti. E a lui, alla nuova vita che lo aspetta, tredici anni dopo averla avuta stravolta”.
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