Curriculum rilevante, quello di Salvatore Miceli. L’ex centrocampista ha indossato casacche importanti come Napoli e Sampdoria, con trascorsi anche tra le fila del Catania. Purtroppo per lui l’avventura ai piedi dell’Etna durò pochi mesi, nel corso della travagliata stagione 2004/05, ma quando andò via nel mercato cosiddetto di riparazione lo fece piangendo, non condividendo la scelta del Direttore Pietro Lo Monaco. Miceli, doppio ex di Catania-Catanzaro, è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com auspicando un pronto rilancio dei colori rossazzurri:
Squadra profondamente rinnovata e nuove prospettive all’orizzonte. Possono dire ancora tanto i rossazzurri in questo campionato?
“Il Catania adesso ha un gruppo vero. Magari rispetto al passato ci sono meno nomi altisonanti ma uno spirito di gruppo notevole, aspetto determinante. Le chiacchiere stanno a zero, i risultati sul campo parlano chiaro. Vittoria dopo vittoria, credi nelle tue capacità e possibilità. Il Catania, in questo senso, continua a crescere. Attraversa un periodo di trasformazione positiva”.
Come valuti le novità societarie?
“Sul piano societario c’è stata una ristrutturazione. Da quando Lo Monaco ha lasciato definitivamente il Catania si respira un’aria diversa. E’ operativo nel club anche Vincenzo Guerini, che io ebbi a Catanzaro. Parliamo di un personaggio dal passato importante, persona competente e molto positiva di cui conservo un ottimo ricordo. In generale nello staff tecnico e dirigenziale ci sono gli uomini giusti per rilanciare l’Elefante”.
Nel pomeriggio si giocherà Catania-Catanzaro, uno dei match clou della 17/a giornata del girone C…
“Anche il Catanzaro sta attraversando un buon periodo. Partita bella, interessante, che darà delle risposte anche sulle ambizioni delle due squadre. Credo che il pareggio servirebbe a poco o nulla in questa fase della stagione, ecco perchè mi aspetto che entrambe se la giocheranno a viso aperto. Il Catania attraversa un ottimo momento e deve cercare di sfruttare questa scia di entusiasmo per far sì che i ragazzi credano ancora di più nelle proprie potenzialità in vista del prosieguo della stagione. Bisogna pensare solo al Catanzaro e fare di tutto per vincere, al cospetto di un avversario che, dal canto suo, proverà a fare risultato dopo la mancata vittoria con la Juve Stabia”.
Non sono ancora emersi i veri valori del campionato?
“Fin qui il campionato ha detto che la Ternana sta facendo un campionato quasi perfetto. Credo che questo sarà il suo anno. Finora dimostra di meritare la vetta, qualche inciampino magari lo ha avuto ultimamente ma ci sta. E’ fisiologico. Il campionato di Lega Pro è difficile, fermo restando che il Bari può ancora recuperare terreno e le altre, dietro, dovranno continuare a dare battaglia arrivando eventualmente ai Play Off nelle migliori condizioni fisiche e, soprattutto, mentali. Non dimentichiamo le difficoltà legate al Covid ed a possibili rinvii di partite, fattori che hanno una loro incidenza purtroppo. Bisogna sempre mantenere alta la concentrazione ed il Catania deve giocare ogni gara come una finale”.
Tornando al Catania, qual è l’arma in più dei rossazzurri?
“Come già detto, il gruppo. E’ importante riscontrare la solidità di un gruppo che continua a crescere e sa risollevarsi nelle difficoltà. Inoltre quest’anno il pubblico non ha le stesse pretese degli ultimi anni. Vincere in una piazza come Catania non è mai facile. Tra giornali, trasmissioni radio e tv si parla sempre di calcio. I tifosi, però, vedono la situazione con un peso psicologico diverso quest’anno e la squadra sta acquisendo forza, trovando continuità nei risultati ed una precisa identità”.
Salvatore, in merito al tuo addio al Catania cosa non funzionò nella stagione 2004/05?
“Arrivai a Catania da calciatore d’esperienza avendo vinto 4 campionati con Venezia, Piacenza, Napoli e Sampdoria. Capì subito che Catania fosse una piazza in cui servono gli attributi. Mancava il filo conduttore della società e, di conseguenza, i calciatori andavano avanti ognuno per i fatti propri. Per la qualità della rosa allestita fu un anno fallimentare. L’anno dopo si è riusciti a centrare l’obiettivo della promozione in Serie A. Ai miei tempi determinate situazioni non furono gestite in maniera ottimale ma sono cose che appartengono al passato. Cercai di tenere botta tra mille difficoltà, fu un anno molto difficile con situazioni imbarazzanti allora per un club di B. Giocatori come me e tanti altri, non era possibile che improvvisamente non sapessero giocare a calcio. Ma vestire la maglia del Catania fu per me un grande onore ed una esperienza formativa intensa. Lo Monaco decide di cedermi al Catanzaro e diciamo che finì dalla padella alla brace perchè, poi, il Catanzaro fallì. Mi auguro che il Catania possa tornare dove merita, credo abbia già toccato il fondo e, dunque, è arrivato il momento di rilanciare le ambizioni di questa bellissima piazza”.
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