Archiviato lo scialbo 0-0 con la Turris, il Catania si proietta sulla gara esterna di Avellino in programma domenica pomeriggio allo stadio “Partenio-Lombardi”, teatro del “tennistico” 3-6 che diede inizio ad una stagione tormentata per i colori rossazzurri. In attesa di sviluppi legati all’ingresso di Joe Tacopina all’interno della compagine societaria, c’è un campionato da portare avanti, un’identità di squadra da sviluppare e un piazzamento in classifica da raggiungere e consolidare.
La carovana rossazzurra è pronta a rimettersi in cammino per affrontare la seconda trasferta del 2020 in Campania, là dove il 9 febbraio arrivò una vittoria di rigore in casa della Cavese. Ad Avellino il Catania si trascina con sè alcuni punti interrogativi, a partire dal sistema di gioco da opporre agli irpini (verrà confermata la difesa a tre?) fino alle soluzioni da adottare per porre rimedio alla sterilità offensiva di questa squadra, che registra il terzo peggior attacco del campionato. Tornano a pieno regime Rosaia e Manneh, mentre resta incerta la presenza di Jacopo Dall’Oglio. L’ultima seduta d’allenamento prima del trasferimento in Irpinia servirà a sciogliere le riserve in merito al suo utilizzo.
I rossazzurri si troveranno di fronte un avversario numericamente rimaneggiato ma ugualmente competitivo. L’Avellino si prepara a tornare in campo dopo uno stop forzato di due settimane causa Covid (ultima gara giocata l’11 novembre a Pagani). Mancheranno all’appello diversi elementi della rosa anche se Piero Braglia (ex di turno al pari di Maniero, Ciancio e Miceli) sembra essere in grado di schierare un undici di partenza alquanto competitivo. Prima del fischio d’inizio, come avverrà su tutti i campi di gioco, sarà osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Diego Armando Maradona. La scomparsa del “Pibe de oro” ha reso inevitabilmente più povero il gioco del calcio e le emozioni che esso è capace di suscitare tra la gente.
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