C’è anche Riccardo Salice tra i soci della Sigi che hanno permesso di effettuare il salvataggio della matricola 11700. Gli stessi soci che, adesso, lavorano per favorire il passaggio di consegne al gruppo di Joe Tacopina. Salice è intervenuto nel corso della trasmissione televisiva Corner, su ‘Telecolor’, facendo il punto della situazione relativa alla trattativa dopo avere espresso un breve commento sulla prestazione offerta dalla squadra contro la Turris:
“I ragazzi mettono sempre il cuore in campo. Il tempo non ci ha aiutato, forse anche i ragazzi erano un pò sotto tono. Un episodio può capitare, il campo non era il nostro e non si presentava in ottime condizioni. Abbiamo avuto performance migliori, diciamo così”.
“Tacopina? Il closing dovrebbe avvenire abbastanza presto, non ci siamo mai tirati indietro su questo fronte, continuando a lavorare per fare in modo che Tacopina ed i suoi investitori entrino nel Catania abbastanza leggeri in termini di debiti. Questa rappresenta una delle condizioni che ci hanno proposto. Tacopina ha assolutamente ragione, serve attenzione quando si pensa di comprare un Catania con 60 milioni di debiti. Noi della Sigi siamo stati temerari in questo senso. Adesso le condizioni per concludere l’operazione sono buone, abbiamo fatto un ottimo lavoro con l’avvocato Augello. Stiamo abbassando il debito fino a portarlo forse a meno di 15 milioni, escludendo Torre del Grifo che ha un debito con un ente sportivo. Gli avvocati Arena e Augello sono i fili conduttori di questa nuova avventura. Speriamo che il closing avvenga prima dell’anno nuovo, consentendo a Tacopina ed alla sua compagine sociale di portare avanti il piano industriale di rilancio. E’ quello che noi vorremmo. Lavoriamo senza guardare orari, sabati o domeniche. Le discussioni e riunioni proseguono, la speranza è di chiudere prima di Natale, anche per presentarsi al mercato di gennaio in maniera incisiva“.
“Garanzie? A fine agosto è iniziata questa intercoluzione, abbiamo immediatamente richiesto la garanzia bancaria che si è stata data per iscritto. Poi ci hanno dato una serie di garanzie per il bene della squadra e dei dipendenti che operano nel Calcio Catania. Tacopina ha un piano industriale di rilancio che non vuole svelare per evitare fughe di notizie, con il supporto di professionisti abbastanza importanti. Vuole che tutto rimanga sottotraccia. Nuova partecipazione societaria con Sigi e la società ‘11700’ insieme con il gruppo di Tacopina? Per molti lasciare il Calcio Catania 1946 rappresenta un perdita morale, anche perchè lo abbiamo fatto per filantropia e non business come qualcuno forse ha detto in giro. Si parla anche della possibilità di rimanere con qualche quota, c’è l’indice di gradimento anche da parte della nuova società. Si dovrà cominciare a discutere di CdA e di quali posizioni mantenere. ‘Sigi’ e ‘11700’ faranno soltanto il bene del Calcio Catania, dei tifosi e della città“.
“Prossime scadenze federali? Nessun problema. I soci in quota parte saremo pronti a sostenere il Calcio Catania fino a quando non avverrà questo benedetto traghettamento. I nostri legali svolgono un lavoro infinito. Gli avvocati Munzone e Augello stanno anche facendo il punto su un paio di creditori da saldare. Da parte nostra faremo la ricapitalizzazione prima della data utile, perchè il 16 dobbiamo onorare gli stipendi di dipendenti e calcitori, i contributi da versare all’erario”.
“Rientro al ‘Massimino’ per Catania-Catanzaro? I nostri tecnici, Le Mura e La Ferlita hanno fatto un lavoro infinito ed estenuante, quasi miracoloso perchè a novembre le foglie cadono, non crescono. Noi abbiamo rifatto un manto erboso che è diventato un fiore all’occhiello nei mesi in cui le foglie cadono. Se ci saranno le condizioni si tornerà al ‘Massimino’. E’ nostra voglia far giocare la squadra in casa propria. Ringraziamo il Comune di Lentini per la disponibilità, ma giocare in campo neutro non è la stessa cosa. La mancanza di pubblico? Fattore determinante, non da sottovalutare. Giocare sentendo esclusivamente le voci di giocatori ed allenatori non è entusiasmante anche per la salute mentale della squadra”.
“Salvataggio della matricola operazione folle? Certamente non è un affare, altrimenti non avremmo trattato la vendita del Catania. Tutti noi ci siamo ritrovati nella prima settimana di luglio ad investire piccole, medie o grandi cifre su questo progetto. E’ stata la rinascita di qualcosa che era morto e sepolto. Se il tessuto imprenditoriale catanese non avesse risposto presente, saremmo falliti a priori. Avremmo potuto proseguire con un pò più di tranquillità se non si fosse presentata questa brutta bestia della pandemia”.
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