Intervenuto nel corso della trasmissione televisiva ‘Corner’, su Telecolor, l’attaccante del Catania Reginaldo crede fermamente nel potenziale rossazzurro, convinto di poter fornire un contributo prezioso alla causa:
“La carta d’identità è quella, vado per i 38 anni. Avevo sostenuto il ritiro con la Reggina ma sono stato 15 giorni fermo in Brasile per il Covid. Poi ho contratto il virus a Catania, per fortuna mi sono potuto allenare nella mia stanza a Torre del Grifo facendo comunque allenamenti importanti per recuperare. Oggi sto bene fisicamente, comincio a riacquistare il ritmo partita. In generale abbiamo vissuto un pò tutti una situazione non facile, restando fermi per mesi. Ora stiamo tutti meglio. I tifosi devono sapere che alla mia età sono venuto qui per realizzare qualcosa d’importante, altrimenti giuro sui miei figli che non mi sarei trasferito a Catania. E’ stata una scelta convinta anche sul piano umano. So quello che posso dare, che non ho mai pensato di smettere di giocare e che ho una voglia matta di fare il primo gol in rossazzurro.
“A me piace tantissimo servire assist per i compagni. Ovvio che sono un attaccante, e gli attaccanti vivono per il gol ma io preferisco segnarne 5-6 in una stagione, l’importante è che servano a qualcosa. Godo quando vedo i miei compagni esultare dopo un mio assist. Spero di siglare gol utili affinchè si raggiunga il nostro obiettivo, attraverso i Play Off o la promozione diretta. Abbiamo la società ed il gruppo per arrivare a giocarci qualcosa d’importante. Pecorino? Mi ha impressionato la disponibilità di questo ragazzo. Spesso i giovani non hanno la sua stessa voglia d’imparare e di ascoltare. Non mi sorprende Pecorino, possiede delle doti molto importanti, deve solo riuscire a capire meglio il momento. Sta raccogliendo i frutti del lavoro iniziale, ma può fare ancora molto di più. Il ritorno al ‘Massimino’? Ci ha dato stimoli ulteriori, perchè questa è casa nostra. Vedere anche una sparuta minoranza di persone in tribuna era comunque un modo per dare il massimo. Pensate cosa sarebbe successo se fossero venuti a sostenerci 20mila tifosi. Purtroppo gli stadi sono chiusi ai tifosi, noi dobbiamo provare a dare il massimo anche per la nostra gente che soffre più di noi”.
“Abbiamo l’organico rinnovato quasi per intero, ho sempre pensato che ci vuole tempo. La società ha effettuato acquisti importanti, abbiamo anche fatto i conti con diversi infortunti, non potendo lavorare mai con tutto il gruppo a disposizione. Ma devo dire che la squadra si è comportata benissimo nonostante i problemi. Noi non siamo inferiori a Teramo, Ternana, Bari. Con la squadra al completo, avendo a disposizione anche chi subentra che poi è più importante di chi gioca, sono certo che daremo filo da torcere a tutti. Abbiamo affrontato anche il Palermo, che adesso ha vinto tre gare di fila. La Vibonese era imbattuta fuori casa ed ha piegato la resistenza di squadre importanti. Siamo consapevoli di potere dare molto di più, con la testa giusta possiamo fare molto bene. Dipende da noi. Faremo qualcosa d’importante per il Catania, per i tifosi – che nonostante il Covid ci sostengono e fanno sentire la loro vicinanza – e per la società, che sta facendo grossi sacrifici ereditando una situazione non facile”.
“Mi diverto a giocare a calcio. Se il Mister decidesse d’impiegarmi per dieci minuti, darei comunque il massimo. E poi è il mio lavoro questo. Smetterò nel momento in cui riterrò di non fare più bene il mio lavoro o mi trascinerò in campo. Ai compagni dico sempre che mi diverto e sono pronto a giocare in qualsiasi posizione per dare una mano. Vado e presso ovunque. Se non gioco, sono il primo a spronare i compagni dalla panchina o dalla tribuna. Resto a disposizione del mister al 100%. Argentini e brasiliani? Ci divertiamo allo stesso modo. Non ho mai avuto niente contro gli argentini. Lo scorso anno con Denis alla Reggina ci siamo divertiti, ho avuto argentini anche a Siena e altrove”.
Episodi arbitrali? A Palermo e Teramo i rigori ci potevano stare oppure no, ma in molte altre occasioni alle avversarie fischiano rigori che, a parti invertite, non concedono. Io mercoledì ho subito 2-3 falli che ad altre squadre avrebbero fischiato. Anche noi vorremmo avere quello che ci spetta. L’espulsione di Raffaele? Ero in panchina, poi ho litigato con i giocatori della Vibonese che sono andati verso il Mister. E’ un tipo sanguigno, vive le partite come se fosse in campo. Ha avuto sinceramente il pensiero che Calapai avesse subito fallo, non lo ha fatto apposta. Il suo è stato un gesto spontaneo. Io ridevo anche nella circostanza. Parliamo spesso con il Mister, a fine gara mi diceva «ma è stata così brutta la cosa?». Per un attimo ho pensato a quella volta che Baldini diede un calcio nel sedere a Di Carlo, io giocavo nel Parma (ride, ndr)…”.
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