PAGLIARA: “Tacopina occasione da non perdere, sarei felice di rientrare nel progetto Catania se…”

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Non solo l’avvocato Giovanni Ferraù. La redazione di Antenna Uno Notizie ha sentito anche il Dottor Fabio Pagliara. Riportiamo le dichiarazioni salienti legate all’attuale rosa del Catania e ad un auspicabile ingresso in società di Joe Tacopina:

“La premessa è che parlo più da tifoso che da tecnico… La cosa più importante è vedere una squadra ben costruita da Maurizio Pellegrino in funzione di quelle che erano le risorse a disposizione. É una squadra di categoria, che mette in campo grande voglia, da questo punto di vista ha lo spirito giusto. Mi sembra molto strutturata in difesa, è evidente che manchi ancora qualcosa, specialmente in attacco. Mi auguro che, nel mercato di gennaio, possa esserci qualche piccolo ritocco per avere un gruppo ancor più importante”.

“Come ho sempre detto ritengo la figura di Tacopina molto utile, ha dimostrato di avere interesse e passione per la città. Inoltre ha competenza, ovunque è andato ha fatto bene. Credo che sia un’occasione da non perdere assolutamente. Non sono uno dei finanziatori, per cui non entro in aspetti economici… SIGI deve, giustamente, fare dei ragionamenti d’amore e di rispetto degli investimenti fatti, però credo che Tacopina sia assolutamente in linea, sia con un’ipotesi di azionariato diffuso, sia con una fortemente glocal (globale e locale n.d.r.). L’ho ripetuto spesso, mi sembra questa l’unica via di sviluppo: da un lato una visione internazionale, dall’altro un radicamento sul territorio. Tacopina è un manager ed avrà fatto bene queste considerazioni, quindi il progetto iniziale di SIGI, in un contesto economico come questo, è in linea con le possibilità di attrazione delle risorse”.   

“Se Tacopina, o se Tacopina e Nicolosi o se Tacopina e SIGI, mi dicessero di rientrare sposando, almeno in parte, le mie idee, non avrei nessun dubbio a dire che mi farebbe piacere. Quello economico sarebbe l’ultimo dei problemi. Se, invece, mi dicessero di tornare per lavorare in una situazione che non tiene conto di un programma lungo, strutturato ed innovativo la faccia non la metterei. Perché lavorerei male io e farei lavorare male le persone… Non potrà mai funzionare un lavoro a qualcosa in cui non si crede”.

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