Tra gli attaccanti più amati della storia rossazzurra recente, Claudio Pelosi è intervenuto cordialmente ai nostri microfoni per parlare del momento del Catania e non solo in vista dell’imminente derby con il Palermo.
Lunedì si torna a giocare a Palermo dopo tanti anni. Sensazioni?
«A Palermo non si aspettavano di partire in questa maniera, non sta andando molto bene. Il Catania è messo un po’ meglio. Ho ricordi bellissimi di questa partita, perché ho avuto la fortuna di essere protagonista in quella vittoria che facemmo con i gol di Cipriani e Palmisano. Il dimezzamento della penalizzazione è stata una bella notizia, darà sicuramente una spinta ulteriore in questo momento».
Come hai visto la squadra a Bari?
«A prescindere dal risultato, l’impatto alla partita è stato buonissimo. C’è stata una partenza sprint, andando in vantaggio anche se su autorete di Ciofani. Alla fine sono emersi i valori di un avversario più collaudato. Sono rimasto ben impressionato. C’è da lavorare ma il primo tempo è stato giocato su buonissimi livelli».
Il Catania ha retto bene un tempo, poi è crollato nella ripresa…
«C’è stato un crollo totale però si affrontava una squadra già rodata, con giocatori di categoria superiore come Antenucci. Dopo il 3-1 c’è stato questo crollo, dovuto anche a una condizione fisica meno brillante. I primi 50′ fanno ben sperare per il futuro, bisogna avere un po’ di pazienza ma riusciranno sicuramente a recuperare. I cambi hanno fatto la differenza in favore del Bari. Ho visto una buona base, quando avrà tutti gli effettivi a disposizione secondo me il Catania potrà dire la sua».
Quanto può influire lo stop forzato di domenica scorsa?
«Io lavoro per il Como nel settore giovanile, sia noi che la prima squadra siamo quasi nella stessa situazione. Domenica scorsa non abbiamo giocato, poi dovevamo affrontare l’Olbia ma essendoci dei positivi la partita è stata rinviata. Lo stop può influire ma mi auguro abbiano lavorato bene. Sospendere i campionati? Secondo me bisogna andare avanti e riuscire lo stesso a giocare e concludere i tornei, perché se cominci a fare una sosta lunga poi quando riprendi sei costretto a rifare la preparazione. Bisognerebbe provare lo stesso a giocare ma quando mancano diversi effettivi o stai fermo quindici giorni e vai ad incontrare una squadra che ha giocato sempre diventa un bel problema».
Come vedi questa fase di ricostruzione societaria e sportiva?
«Intanto la matricola è stata salvata e meno male, poi c’è da avere pazienza e sperare che la proprietà possa far affidamento su gente competente per provare a risalire ed arrivare dove merita. Speriamo che ci siano tutti i tasselli per riuscire a fare una squadra di categoria e risalire. Il campo è stato rimesso a posto, giocare al “Cibali” pur senza pubblico è una magra consolazione. Tante piazze vivono per il fattore campo, che in questo momento si è azzerato dalla Serie A alle altre categorie».
Nonostante la distanza fisica i tifosi non stanno facendo mancare il loro apporto…
«I tifosi del Catania sono incredibili! Sono riconoscenti nei miei confronti nonostante sia stato un normale calciatore di Serie C e abbiano visto giocatori importanti. Una roba da pelle d’oca».
Cosa ha significato per te la maglia del Catania?
«Ho giocato in 13 club diversi, poi ho militato tre anni all’estero, però le maglie che mi sono sentito addosso sono state veramente poche. Quella del Catania è al di sopra di tutte. Nonostante fossi in Serie C e non abbia vinto niente mi sono tolto delle soddisfazioni. Ho giocato in stadi pieni, vinto derby, ho dei ricordi fantastici. Ogni tanto mi sento con Dondoni e Cecconi, che è stato prima catanese e poi palermitano! (ride, ndr). Ricordiamo ancora quel periodo in una maniera fantastica».
21 febbraio 1993, cosa ti ricorda questa data?
«Quando arrivammo allo stadio c’era la polizia a cavallo e ci guardavano tra di noi dicendo “questi qui se facciamo risultato non ci fanno uscire dal campo!” (ride, ndr). Sul rettangolo verde fu un’apoteosi, una partita quasi perfetta. Dopo il gol di Loriano (Cipriani, ndr) abbiamo capito che eravamo nella situazione giusta, al momento giusto e al posto giusto. Stavamo tutti bene, riuscivamo a far girare bene la palla e potevamo portarla a casa. L’uomo in più ci spianò la strada al successo, il ritorno in città poi fu una roba da brividi! Ho rivisto la partita, se penso a quel gol di testa che potevo segnare! (ride, ndr). Qualche anno dopo, quando ero alla Lavagnese, incontrai Biffi che militava nella Sanremese e all’uscita dal campo ricordammo quella partita».
Si ringrazia Claudio Pelosi per la gentile concessione dell’intervista.
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