ESCLUSIVA – Mei: “I miei occhi brillano quando parlo del Catania. Pellegrino poteva diventare un grande allenatore. Catania-Turris…”

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Domenica si giocherà Catania-Turris, partita che tradizionalmente non ha mai visto i corallini riuscire ad imporsi in Sicilia ma che evoca anche il ricordo sfortunato di uno 0-0 determinante ai fini della mancata promozione rossazzurra in C1 nella stagione ’96-97. Fu, comunque, un Catania capace di risollevarsi dopo un avvio difficoltoso e che macinò punti con l’approdo in panchina di Giovanni Mei. L’ex allenatore del Catania è intervenuto con cordialità e disponibilità ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com, soffermandosi sul passato ma anche sul presente rossazzurro:

Se dico Catania, cosa legge nel libro dei ricordi?
“Leggo un bellissimo ricordo di Catania, della Sicilia e dei siciliani. Al di là dei discorsi professionali e roba del genere, mi sono trovato molto bene. E’ stata una tappa importantissima per me perchè ho conosciuto anche un popolo favoloso sotto tutti i punti di vista. Ancora oggi sono tifosissimo del Catania, a maggior ragione adesso che lavora per il club come dirigente anche Maurizio Pellegrino. Con lui siamo sempre stati in contatto, anche nei periodi un pò bui. Ho una grandissima stima nei confronti di Maurizio e sono molto contento che abbia contribuito al salvataggio della matricola. Non è stato semplice, il rischio fallimento era veramente dietro l’angolo per il Catania”.

Pellegrino l’ha avuto da calciatore…
“Sì, la stima c’è sempre stata anche allora. Si trattava pur sempre di Serie C2, ma ho avuto il piacere di allenarlo. Inoltre sostenevo e continuo a sostenere che Maurizio avesse le doti per diventare un grande allenatore. Ho visto tecnici che non stimo moltissimo sedere sulla panchina del Catania, invece secondo me Pellegrino meritava maggiori occasioni. A mio avviso poteva raggiungere livelli rilevanti come Pasquale Marino. Ho allenato anche lui a Catania, vedevo in entrambi delle caratteristiche importanti per poter fare bene da tecnici. Pellegrino lo sento tuttora, mi ha parlato della situazione in casa rossazzurra e onestamente l’ho sentito anche per un paio di giocatori. E’ un ragazzo molto intelligente che ha buon senso ed è maturo in tutto ciò che fa, lavora sempre in maniera estremamente seria”.

Ha avuto modo di seguire il cammino del Catania finora in campionato?
“I tifosi del Catania hanno sofferto molto in questi anni. Anzi, dico «abbiamo» sofferto perchè io mi ritengo un ultras rossazzurro e della Sicilia. Quando si giocano le partite, m’informo subito sul Catania per conoscere il risultato e mi è anche capitato di assistere a qualche gara della squadra di Raffaele. Quando posso, seguo volentieri il Catania. Ho visto 3-4 partite in cui ho ricavato impressioni molto positive. A Bari si è perso 4-1 ma il primo tempo disputato dagli etnei è stato eccellente e di personalità. Il Catania mi ha impressionato, vincere subito è quasi impossibile ma la rosa è ben costruita. Non dimentichiamo che l’organico è profondamente rinnovato e fatto a spezzoni, non c’è stata dunque una preparazione atletica omogenea e questo incide anche sui ritmi degli allenamenti per ciascun giocatore. Tra tante problematiche, comunque, ho visto un Catania in campo con lo spirito giusto. Questo è un campionato strano, il Catania è una delle formazioni più penalizzate in assoluto dall’assenza di pubblico, che azzera il fattore campo. Il ritorno dei tifosi sugli spalti farà la differenza”.

Cito una partita, Catania-Turris…
“Eh sì, mi aspettavo che citassi proprio quella gara disputata nel 1997. Al di là della partita in sè, valida per i Play Off e che pareggiammo 0-0 all’andata, io amavo quella squadra. I calciatori li ricordo tutti, molti di loro continuo a sentirli o mi chiamano. Instaurai un rapporto bellissimo. L’incontro fu caratterizzato da una buona dose di sfortuna, non riuscendo a concretizzare le occasioni per andare a segno e centrando due pali. Al termine dell’incontro dissi ai ragazzi che tutto sommato fosse meglio così, in modo tale da andarcela a giocare a Torre del Greco senza fare tanti tatticismi. Era un modo per togliere responsabilità ai ragazzi. Ma c’è una delle poche cose che oggi non rifarei…”.

Cosa non rifarebbe?
“Alcuni giornalisti influenti crearono dei problemi e optai per un lungo silenzio stampa. C’erano tante polemiche in quel periodo, non aspettavano altro che farmela pagare, decisi di seguire la strada del silenzio stampa per proteggere la squadra. Fui ingenuo, anche se lo feci per tutelare sempre e comunque i calciatori, che in effetti si sono uniti e compattati. A livello personale pagai questa situazione, mi fecero la guerra. Alla fine sono stupidaggini, dai. Però alcuni presero la palla al balzo, ricevetti anche una denuncia all’Ordine dei giornalisti. Tutto questo ha rappresentato motivo di rammarico per me, ma sono talmente tanti i ricordi belli delle persone, purtroppo qualcuna di queste non c’è più”.   

Al di là della mancata promozione, fu molto interessante il ruolino di marcia di quel Catania con lei in panchina.
“Abbiamo ottenuto risultati e punti da record. Se non avessimo fallito il rigore a Benevento sullo 0-0, saremmo arrivati secondi. Presi la squadra nei bassifondi della classifica e chiudemmo il campionato nelle zone di vertice macinando punti. Dal mercato arrivò un solo giocatore, Ferrier. Mi trovai benissimo con la famiglia Massimino. Può sembrare un paradosso ma è stato meglio avere la stima di tutti piuttosto che vincere il campionato e magari essere invidiato. I miei occhi brillano quando mi parlano della Sicilia. Quel gruppo era bellissimo nel senso autentico del termine. Pellegrino, Ricca, Cicchetti… un pò con tutti si era instaurato un rapporto intenso, a prescindere da chi fosse più espansivo o introverso. Alla lunga sono queste le cose che pagano”.

Di cosa si occupa, oggi, Giovanni Mei?
“Nella passata stagione ho lavorato in qualità di Responsabile dell’Area Tecnica del Fano. Quest’anno mi è stato proposto di rimanere ma è cambiata la società, sono cambiate le persone ed io non ero molto convinto di quello che avrei potuto fare. Onestamente non me la sono sentita di andare avanti. Sono tifoso sia del Fano che del Catania, tengo a sottolinearlo. Ne approfitto per porgere, attraverso i vostri microfoni, un saluto sincero ed affettuoso al popolo rossazzurro”.

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