ESCLUSIVA – Leonardi: “Catania, a Palermo non tralasciare nulla dando il 110%. Fiero dei catanesi del gruppo. La società è rinata”

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Soprannominato “killer con la faccia d’angelo”, l’ex difensore Antonino Leonardi, catanese doc e rossazzurro negli anni ’70/80, concede un’intervista ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com parlando di derby, la situazione attuale in casa etnea e tanto altro.

Nino, il Catania si appresta a scendere in campo nel derby. Quali emozioni e sensazioni si vivono in queste partite?
“I derby vanno al di fuori delle partite normali. Subentano altri sentimenti, valori. Il predominio regionale, le tifoserie, il cuore, la passione, tante componenti… Io col Palermo ho giocato sempre gare importanti, incontri accesi dove oltre la qualità tecnica prevaleva l’agonismo. Come del resto è accaduto anche negli ultimi anni. Ricordo derby appassionanti, coinvolgenti. Personalmente sono rimasto imbattuto con la squadra rosanero, riportando due vittorie e altrettanti pareggi. Ho tanti amici anche di Palermo, vedi Arcoleo, Gaetano Troja e tanti altri. La gente ti parla del derby perchè è un evento che entra nella storia. I tifosi trasferiscono le loro speranze nei calciatori. Io rappresentavo la tifoseria, anche nelle giornate negative la gente ha sempre riconosciuto in me l’amore per la maglia, l’impegno, la determinazione, il senso d’appartenenza. Che poi sono le caratteristiche che i tifosi chiedono in primis ai giocatori. Amare i colori rossazzurri, rispettare i propri compagni e fare gruppo sono gli aspetti principali”.

So che in questi giorni hai avuto modo di sentirti con un grande ex centravanti rossazzurro, Ciceri.
“Ho parlato con lui, ma io sono in contatto un pò con tutti. Compagni e avversari. Sui social hanno pubblicato anche una foto con Bettega. Quando il Catania di Pulvirenti e Lo Monaco militava in Serie A, io facevo l’osservatore per squadre del Nord. Il Catania non mi chiamò, sarebbe stato bello poter lavorare a difesa dei colori rossazzurri che mi legano fin dalla nascita. L’Udinese, il Parma, l’Inter, la Juventus e il Milan venivano a giocare a Catania ed io effettuavo le relazioni tecnico-tattiche. Andavo a vedere il Catania durante la settimana e poi relazionavo tutto agli allenatori e dirigenti. Tra questi anche Reja, personaggio di grande personalità che si addentra in ogni parola e argomento per vederci chiaro. Una volta, quando allenava la Lazio, gli dissi che avrebbe perso in trasferta col Catania e così è stato. Il Catania tra le mura amiche giocava bene un pò con tutti gli allenatori. Purtroppo sono tempi andati, prima delle tragedie create dalle persone che poi sono quelle che commettono errori e si rendono colpevoli di tante vicissitudini, tradendo i sentimenti di una popolazione e tifoseria intera”.

Matricola salva ed iscrizione al campionato di Serie C 2020/21 effettuata. Credevi che alla fine il Catania ce l’avrebbe fatta?
“Ero un pò restio a pensare che qualcuno salvasse il Catania, poi ho apprezzato quello che hanno fatto Pellegrino e Pagliara, mettendoci passione, amore e cuore. Tra mille difficltà hanno reperito figure professionali che hanno assicurato anche risorse economiche per salvare il Catania. Gliene va dato atto. Conservando la matricola, la storia, il blasone. Vero è che Fiorentina, Napoli, Bari e Palermo sono fallite ma non si fa di tutta l’erba un fascio. E’ sempre meglio conservare la storia. Il Catania ’46 deve sopravvivere e si è realizzato questo miracolo. Il Catania ha dovuto ottemperare a numerose situazioni fiscali, tributarie, debiti. La squadra è stata smembrata, con tanti ingaggi elevati in meno. E’ la rinascita di una società con un passato glorioso. Come nella vita, anche nel calcio si hanno alti e bassi. Poi se non ci sono risorse economiche, nessuno può primeggiare. Mi auguro che presto entri qualche imprenditore in società, ad esempio il sig. Tacopina. Spero che possa diventare proprietario, presidente o azionista. E’ un grande professionista, ha portato il Venezia dalla C alla B, il Bologna dalla B alla A, quindi è una persona consolidata che può dare un futuro al Catania. Immagino sarà stato spinto soprattutto dall’asset di Torre del Grifo, centro sportivo all’avanguardia in Europa”. 

Il Catania sta per tornare a giocare al ‘Massimino’, dopo i lavori di manutenzione sul manto erboso. Che effettto ti fa ricordare il vecchio Cibali?
“E’ parte della nostra vita, della nostra storia. Io per 11 anni sono stato rossazzurro. L’altra volta ho portato amici miei di Palermo sul campo, ho respirato quell’aria e per un attimo mi è girata la testa, qualche lacrimuccia è scesa giù e sono emersi tanti aneddoti e ricordi. Poi io gioco sempre con le Vecchie Glorie, alla mia età ancora faccio 90 minuti (ride, ndr). In tutte le manifestazioni mi preparo e gioco con entusiasmo, poi regalo pantalonici, magliette, calzettoni. Rimangono solo mutande e scarpe, altrimenti me le faccio prestare!”.

Cos’è il calcio per Nino Leonardi?
“Lavoro. Fino a 39 anni giocavo, ho avuto allenatori come Emiliano Mondonico. Sono stato sempre esplosivo, propositivo, reattivo, costruivo anche l’azione. Entravo in campo per vincere e basta. Ero un guerriero, studiavo se dovessi giocare a uomo oppure a zona. Oggi in Serie A fanno ridere le marcature all’interno del perimetro. Le difese sono abbastanza allegre e non mi sorprende. Si cura molto il lato fisico, muscolare e atletico rispetto ai miei tempi. Oggi i calciatori vivono di altre situazioni. Una volta c’era il contatto diretto con la tifoseria, uscivo con i tifosi andando a prendere il seltz al limone, andavo a cena con loro. I figli si ricordano di me grazie agli insegnamenti dei padri. Io mi ritenevo un professionista a tutti gli effetti. Mai nessun attaccante mi ha superato facendo gol su azione. Ero molto intelligente. Sapevo leggere la situazione. Studiavo nei minimi dettagli l’avversario. Mi applicavo tanto. I miei valori li mettevo sempre al primo posto, non ci stavo a perdere. Anche negli allenamenti davo tutto me stesso. Poco tempo fa fui contattato dall’Atletico Catania. Mi avrebbero dato il settore giovanile e la Juniores. Dopo un mese non hanno mantenuto gli accordi. Mi chiedevano sacrifici economici, ma io li faccio solo sul campo con impegno, umiltà e passione. Come ho sempre fatto nella mia carriera”. 

Concludiamo tornando sul derby Palermo-Catania. Dopo due ko consecutivi, i rossazzurri sapranno reagire a testa alta?
“Perdere con Bari e Ternana ci sta, sono squadre già pronte per il salto di categoria. Lucarelli ha sposato un programma basato sulla vittoria del campionato, pertanto non mi sorprende il fatto che si sia trasferito in Umbria. Il Bari veniva da esperienze negative. C’è un Presidente come De Laurentis che ha investito tante risorse e continua a farlo, chiaramente vuole portare la squadra in B. Adesso il Catania cerca riscatto a Palermo, i rosanero non possono essere sottovalutati. I veri professionisti devono valutare qualsiasi situazione, senza tralasciare nulla. Ma sono sicuro che il Catania scenderà in campo con la giusta applicazione. Tra i ragazzi c’è qualche catanese nello spogliatoio ed io ne vado fiero, orgoglioso. Penso a Biondi, Noce, ma anche Pecorino che è rientrato dal Milan. Rappresentano la città, i colori, la storia. Ache se sono giovani, fanno parte di uno spogliatoio che è la parte sacra di ogni squadra, dove tutte le discussioni devono rimanere lì. I caratteri, le personalità, gli istinti, ogni genere di sentimento e situazione. Poi sul rettangolo verde esprimi tutto il potenziale di cui disponi. Dal tuo cuore, dal tuo DNA estrai le tue forze, anche quelle che pensi di non avere. La voglia di non soccombere e di dare più di quello che dai. 100%? No, 110. E’ la legge dei derby. Anche se io tutte le partite le interpretavo in questo modo, comprese quelle facili. Quando dicono che mancano molti titolari, ad esempio, quella gara può riservare tante sorprese. Se sei un vero professionista non ti lasci condizionare da niente. Il derby è una partita che il Catania deve intepretare con lo spirito giusto, massima concentrazione, mordente, cattiveria agonistica. Se tu ci sai fare col pallone e domini attraverso il possesso palla, inoltre, prima o poi la vittoria arriva. Attenzione alla marcatura, vincere i contrasti uomo contro uomo, zona contro zona. Più duelli vinci, più possibilità hai di vincere la partita”. 

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