Intervista rilasciata a TuttoCalcioCatania.com da Maurizio Anastasi, doppio ex di Catania e Avellino, protagonista della promozione in Serie A dell’Elefante. L’attuale Direttore Generale del Giarre analizza ai nostri microfoni la situazione in casa Catania, con cenni sulla sua esperienza rossazzurra e quella vissuta in terra irpina, dicendo la sua anche in relazione alla trattativa con Joe Tacopina:
Maurizio, ti faccio una domanda fin troppo scontata per iniziare l’intervista. In carriera sei stato meglio a Catania o Avellino?
“Ovviamente rispondo Catania. Del resto questa è casa mia, sono catanese. Non potrei rispondere diversamente ma ad Avellino ho fatto una bella stagione a parte un periodo in cui qualche problema fisico mi ha fermato. La piazza biancoverde è importante, ha una storia ed un pubblico molto passionale, merita un palcoscenico diverso. Adesso sta cercando di risalire, non è facile. Queste sono le stesse difficoltà del Catania. Ovviamente la speranza è che domenica vinca il Catania anche se conservo ed ho lasciato un buon ricordo ad Avellino. La Lega Pro stona con il contesto di due piazze che hanno rappresentato il calcio a livelli più alti”.
Quanto sarà impegnativo questo confronto per il Catania?
“Sarà una partita molto ma molto difficile. Ad Avellino c’è una tifoseria attaccata alla squadra, i biancoverdi daranno sicuramente battaglia e giocare in uno stadio vuoto non gli toglierà motivazioni. Il Catania dovrà fare una prestazione estremanente importante, dimostrando di saperci stare in questa categoria con una spinta caratteriale in più. Serve maggiore carattere e ritengo che la formazione rossazzurra necessiti di un pò più di qualità, di qualche giocatore che faccia la differenza soprattutto a centrocampo ed in attacco. I giocatori sono chiamati ad onorare sempre la maglia, migliorando la classifica. Non credo che la dirigenza potesse fare più di quello che ha fatto sul mercato. Raffaele, inoltre, secondo me è bravo, per carattere e sfrontatezza lo reputo un buon allenatore anche se non lo conosco personalmente. Sta cercando in tutti i modi di fare rendere al meglio una squadra che presenta le lacune di cui sopra”.
Cosa pensi dei giovani attualmente in forza al Catania?
“Pecorino è stato catapultato in Lega Pro che è un campionato molto fisico ed importante, si sta caricando tutta la squadra sulle spalle e non è semplice. Ai miei tempi il Catania non spingeva tanto sui giovani, poi il mio sogno di approdare in prima squadra si è concretizzato ma dopo avere fatto il giro largo, diciamo così. Oggi non mi pare che ci sia un progetto imperniato sui giovani, ma figura qualche ragazzo interessante come Biondi e altri elementi”.
Si parla con molta insistenza di un possibile ingresso in società di Tacopina, quanto può essere utile per il Catania?
“Adesso c’è meno entusiasmo a Catania. E’ anche normale che sia così, avendo lasciato la massima categoria nel 2013 e piombando in Lega Pro. In estate la Sigi ha fatto qualcosa di grande e merita un applauso sincero per avere salvato la matricola, ma credo sia giunto il momento di dare spazio a Tacopina. Catania è una piazza che deve investire per approdare prima in Serie B, poi in A, attraverso un progetto ambizioso e con una strategia futura che miri anche e soprattutto alla realizzazione di plusvalenze, come accadde con Lo Monaco in passato”.
Le voci su Tacopina disturbano, in qualche modo, lo spogliatoio?
“Ritengo che Tacopina voglia inserire nel progetto uomini di fiducia, gente del suo entourage. I professionisti che attualmente operano nel Calcio Catania vanno ringraziati, ma è possibile che si stia riflettendo anche sui ruoli da assegnare con l’eventuale ingresso di Tacopina. Quando andò via Lo Monaco ricordo che ci fu un pò di rivoluzione, non so se anche questo sarà il caso ma penso siano dinamiche da seguire. Una cosa è certa, serve un grande imprenditore per puntare in alto e Tacopina lo è. Questo sarà un anno di transizione ma devi pensare anche a programmare la prossima stagione, ripartendo con solide certezze ed una rosa molto competitiva. Catania ha un marchio ben preciso, deve stare al di sopra di tutti. Il club cerca da qualche anno la risalita, non riuscendo nell’intento ma i tifosi non si scoraggiano perchè vivono il calcio in ogni centimetro. Dopo tanto tempo, però, diventano sabbie mobili queste categorie”.
I Play Off sono un obiettivo alla portata del Catania?
“Ho già menzionato il fatto che questa squadra può e deve dare di più caratterialmente. Se i giocatori capiscono questo, i Play Off sono raggiungibili. Se penso alla prova di Palermo, c’è da rimanere perplessi perchè la squadra non ha lottato come doveva in un derby così importante. Ci può stare che perdi con Ternana o Bari, manca quella continuità nei risultati e nelle prestazioni. Leggo critiche nei confronti di Raffaele ma ci stanno perchè Catania è una piazza difficilissima, la conosco bene ovviamente per averci giocato. Ripeto che comunque l’allenatore mi piace ed il carattere è fondamentale quando indossi la maglia rossazzurra. Ricordo che quando arrivò Sonetti, fu in grado di riequilibrare tutto. In quella squadra c’erano nomi come Fresi, Walem e Vugrinec che fecero fatica. Non esagero se dico che Vugrinec era uno dei più forti che abbia mai visto giocare. Calciava di destro e sinistro allo stesso modo. Catania, tuttavia, non è per tutti. Devi avere carattere per giocare a Catania, altrimenti alle prime difficoltà affondi”.
Maurizio, parliamo infine del tuo presente a Giarre. Progetti ambiziosi?
“Il Giarre è stato costruito per vincere il campionato, senza mezzi termini. Inutile nasconderci, credo che insieme al Siracusa lotteremo per il primato. Sul piano strutturale si è fatto un grande passo avanti, formando uno staff tecnico e dirigenziale di spessore con gente che ha fatto calcio. Giarre ha una storia, una ventina d’anni di C alle spalle. Si è fatto qualcosa di più anche in sede di settore giovanile. L’anno prossimo vogliamo sposare un progetto giovani davvero molto importante. Questo salto di qualità ci darà quella spinta ulteriore anche sotto il profilo dell’immagine, che rappresenta un valore aggiunto”.
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