ESCLUSIVA – Di Julio: “Voglio bene al Monopoli ma il mio cuore è rossazzurro. Catania, bel banco di prova domenica. Sogno di tornare in Sicilia”

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Doppio ex di Monopoli e Catania, Dino Di Julio ha lasciato tanti amici sia in Puglia che in Sicilia. La moglie è monopolitana, il cuore però è rossazzurro. L’ex centrocampista, attuale allenatore di una squadra romana militante nel campionato di Promozione, interviene ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com con la viva speranza che l’Elefante torni a barrire dopo tanti anni di sofferenza in Serie C:

Monopoli e Catania, due piazze che conosci bene ma batte un cuore rossazzurro. Possiamo dirlo?
“Mia moglie è di Monopoli, voglio bene alla città ma sapete benissimo quale maglia vesto. Molte volte ci sentiamo alla vigilia di Monopoli-Catania con la vostra redazione, i risultati sono stati spesso sfavorevoli ma prima o poi, per la legge dei grandi numeri, il trend cambierà. Mi auguro già da domenica. Anche se devo dire che i biancoverdi hanno un buon impianto di gioco ed un’ottima squadra, forte nei reparti. Ogni tanto gli amici di Monopoli mi sfottono per le ultime batoste riportate dal Catania, vorrei che lo scenario s’invertisse. Mia moglie ormai è tifosa acquisita del Catania, rimanendo presa dall’affetto della gente e dal trattamento ricevuto. Il Monopoli sta facendo degli anni bellissimi, il Catania è sprecato in C. Purtroppo è difficile risalire, trovi tantissime difficoltà. Voglio bene a Monopoli, ma io Catania me la sento cucita sulla pelle. Per quanto riguarda i rossazzurri, ho visto solo qualche spezzone della gara con la Paganese. Il Catania cerca sempre giocatori importanti, servono tante componenti per ottenere risultati. Raffaele ha fatto tanta gavetta, conosce bene la C e tantissimi calciatori abituati a queste categorie ed a vincere in piazze difficili. Mi auguro che capiscano quanto sia difficile e speciale vestire quella maglia”.

Quanto pesa lo stadio chiuso al pubblico per il Catania?
“Intanto, vedendo il manto erboso domenica scorsa, credevo non facessero nemmeno giocare la partita. La palla a stento rimbalza su quel campo, con una squadra tecnica come fai ad esprimere certi concetti di gioco? Oltretutto il Cibali senza pubblico non è un bel vedere. Il Catania ha sempre avuto un grande seguito di tifosi. Questo potrebbe essere un problema, ma anche da qui si possono capire le doti caratteriali dei giocatori presi. Già da domenica vai ad incontrare una squadra messa bene in campo, con calciatori forse poco conosciuti in categorie importanti ma, ripeto, vedendolo giocare il Monopoli mi ha fatto davvero un’ottima impressione. Si annulla il fattore campo, anche per i biancoverdi rappresenta uno svantaggio questo”. 

Che partita potrebbe venire fuori?
“Potrebbe essere una bella partita, tra due squadre che giocano a calcio. Avrà la meglio chi avrà un’idea di gioco convincente e maggiore voglia di fare risultato. Sicuramente si affronteranno a testa alta, allo scopo d’imporre il gioco e vincere la partita. Raffaele ha una vocazione offensiva, non giocherà una gara attendista. Avendo giocatori con tanta qualità e determinate caratteristiche che possono far male. Soprattutto in mezzo al campo e davanti. Secondo me il Catania vanta un organico ben costruito, con profili individuati dal tecnico. Dall’altra parte Scienza ha confermato molti elementi, con qualche innesto funzionale alla sua filosofia di calcio”. 

Tanti cambiamenti nella rosa del Catania, sei favorevole?
“E’ cambiata la proprietà, ci sono persone che conoscono bene l’ambiente e hanno preso un tecnico che ha richiesto gente adatta alla piazza. Magari in passato c’erano nomi troppo altisonanti. Raffaele ha ritenuto opportuno puntare su calciatori con altre caratteristiche per allestire un Catania tosto, rognoso, tecnico e valido. Sono arrivati anche giocatori di grande esperienza. Alla lunga potrebbe venire fuori il giusto connubbio tra esperti e giovani. Tutti gli acquisti sono stati fatti selezionando il top nei ruoi individuati in base al budget disponibile”.

Cosa dice il presente di Di Julio?
“Ho fatto molto settore giovanile nella Lazio, faccio l’allenatore seguendo i consigli di chi mi ha aiutato tanto. Guido la Roma VIII, che ha l’ambizione di raggiungere la Serie D nel minor tempo possibile. L’anno scorso ho preso la squadra in corso d’opera, da seconda classificata l’ho portata in vetta, poi a causa del Covid è stato decretato il salto di categoria. Militiamo in Promozione, c’è un progetto interessante con una rosa competitiva. Adesso punto a salire in Eccellenza. Ho capito che, dopo tanta esperienza acquisita nelle giovanili della Lazio, posso anche lavorare con i grandi e trasmettere tutte le mie conoscenze mettendole a disposizione della squadra. Vediamo, proviamo”.

Resta il sogno di allenare, un giorno, almeno le giovanili del Catania?
“Ma sapete benissimo che il mio sogno è sempre quello di tornare a Catania. Io verrei subito perchè ho tanta esperienza acquisita in ambito giovanile. Amo Catania e la Sicilia. Sarebbe una bellissima sfida. Caratterialmente mi conoscete, per gli stimoli che mi ha dato non ho trovato una piazza più bella in carriera. Mi sento molto spesso con Lugnan, Monaco, Tarantino. Quanti ricordi… pure loro hanno il sogno di allenare una squadra del Catania. Sarebbe fantastico anche solo dividerci i compiti in rossazzurro. Gli occhi brillano quando si parla del Catania. Lugnan, peraltro, ha il patentino per allenare anche in Serie A. Mi piacerebbe formare dei ragazzi di Catania, portarli in prima squadra, sarebbe un obiettivo bellissimo. Oggi come oggi non esce più un ragazzo dalle giovanili. Danno priorità ai grandi, quando invece sarebbe bello creare una piccola cantera ed avere la soddisfazione di fare esordire i ragazzi in prima squadra. Innanzitutto vanno presi istruttori di calcio per poi formare i calciatori nel tempo, ed è diventato molto difficile nella società odierna perchè i sacrifici che facevamo noi, oggi giovani nnon li fanno più. Vorrebbero subito arrivare, fare contratti, ci sono procuratori che già all’età di 16 anni promettono. Vorrei costruire un giocatore e farlo diventare uomo. Spero che il Catania investa convintamente nel settore giovanile”.

La nuova proprietà intende rilanciare Torre del Grifo Village, che ne pensi?
“Il Catania ha un centro sportivo top in Italia, ci ho giocato contro Mascara quando allenavo i Giovanissimi del Fondi e lui quelli del Catania. Disputammo i Play Off. Con Peppe siamo amici, mi è dispiaciuto perdere ma ero al tempo stesso contento perchè sapete benissimo quanto bene voglia al Catania. A Torre del Grifo c’è veramente tutto. Io sono stato anche a Coverciano e alla Borghesiana, ma un centro così attrezzato non credo ci sia in Italia. Ne parlavo anche con un collaboratore di Cannavaro, quando venne giù. Gente che ha girato tanti ambienti sportivi. Torre del Grifo è l’ideale per fare calcio”.

Che idea ti sei fatto dell’impatto del Covid-19 nel calcio?
“Spero che vengano riaperti quanto prima gli stadi e, nel caso del Catania, il mister riesca a far tornare entusiasmo portando la città dove merita. Mi auguro che torni tutto alla normalità. Il Covid ha cambiato tanto il calcio ma anche le nostre vite. Poi non ci sono introiti nelle categorie inferiori. Catania fa 18/20mila persone allo stadio, questo avrebbe generato introiti molto importanti che adesso non ci sono. Un club come il Catania, che programma un campionato importante con investimenti di rilievo, fa fatica non avendo un supporto economico e tenendo presente della situazione debitoria in essere”. 

A conclusione dell’intervista, Di Julio sottolinea: “Date un grosso abbraccio e saluti da parte mia ai tifosi del Catania, mi raccomando”. E noi, puntualmente, diamo risalto ai suoi affettuosi saluti nei confronti di una piazza che lo ha sempre voluto bene e non dimentica i suoi trascorsi da gladiatore rossazzurro.

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Si ringrazia Dino Di Julio per la gentile concessione dell’intervista