IL CASO SPEZIALE FINISCE IN TV – Il Prefetto Gabrielli contro Le Iene: “Le sentenze si rispettano, processo nelle aule giudiziarie e non in trasmissioni televisive”

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La nota trasmissione televisiva Le Iene ha realizzato un servizio sul caso Speziale (riproposto cliccando qui), in merito alla morte dell’ispettatore Filippo Raciti, morto nel 2007 durante gli scontri tra la polizia e gli ultras a Catania.

“Se qualcuno vorrà presentare nuovi elementi è corretto che lo faccia nelle aule di giustizia e non nelle trasmissioni televisive”, sostiene il capo della polizia Franco Gabrielli incontrando Fabiana Raciti, figlia di Raciti.

“La Polizia di Stato non ha bisogno di capri espiatori e non può accettare che una vicenda così dolorosa, che ha avuto la sacramentazione di un giudizio definitivo – prosegue la nota ufficiale – possa essere messa in discussione, in pochi minuti, con una ricostruzione parziale e una parvenza di verità per giunta pregiudiziale”.

Il Prefetto Gabrielli ha tenuto a precisare che come la Polizia di Stato, in ossequio al suo motto “Sub lege libertas”, “rispetta le sentenze anche di primo grado, pretende che siano a maggior ragione rispettate le sentenze definitive, dopo tre gradi di giudizio, lunghi e sofferti soprattutto dai familiari del collega. Ciò per onorare chi è morto facendo il proprio dovere e tutti coloro che con disciplina ed onore indossano ogni giorno la divisa”.

Le Iene rispondono così:

“Con Ismaele La Vardera ci chiediamo se a ucciderlo sia stato davvero Antonino Speziale, già condannato in via definitiva, continueremo a mettere a disposizione della collettività quello che abbiamo raccolto, come è nostro dovere. Per amore di verità e nel massimo rispetto per le istituzioni, come sempre”. 

“Noi abbiamo presentato un punto di vista che supporterebbe un’ipotesi alternativa e l’abbiamo messo a disposizione della collettività facendo il nostro lavoro, come è nostro dovere. Continueremo a farlo, anche nelle prossime puntate in cui continueremo a seguire il caso, sempre nel massimo rispetto dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine. Per amore di verità”.

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