A proposito della presunta combine tra Picerno e Bitonto, La Gazzetta del Mezzogiorno pubblica alcune intercettazioni dei protagonisti coinvolti.
“Adesso stiamoci zitti… dopo vedo io, come dire, la cifra” sono le parole del calciatore del Bitonto, il barese Michele Anaclerio, quando parla con il suo compagno di squadra Antonio Giulio Picci. E’ la vigilia della partita Picerno-Bitonto, giocata domenica 5 maggio 2019 sul campo neutro di Rionero in Vulture e terminata 3-2 per i lucani, in festa per la promozione in C. Secondo la Procura di Bari, una gara truccata.
La giustizia sportiva lunedì scorso ha già emesso un verdetto di primo grado, anche l’inchiesta penale ha fatto il suo corso. Ma potrebbe essere integrata da alcuni elementi emersi nel procedimento sportivo. Dai colloqui tra Picci e Anaclerio emerge come, secondo la guardia di finanza, “alcuni calciatori del Bitonto Calcio in accordo tra loro mettevano in “vendita”, il predetto incontro di campionato di calcio di serie D al miglior offerente, che fosse Az Picerno o Audace Cerignola, società, quest’ultime, che avevano un interesse per il risultato dello stesso”. Il Cerignola, in realtà, non entrerà mai in scena. La società ofantina non si farà mai avanti. Secondo la Procura, qualcuno dal Picerno, invece, potrebbe avere ragionato diversamente.
Il 3 maggio, a due giorni dalla sfida incriminata, spunta il nome di Vincenzo De Santis. “Mi ha chiamato De Santis” – rivela Anaclerio a Picci – “Vabbè, vedi a che parte è! A qualunque parte è, vediamo, dai!”, aggiungendo “secondo me è dalla parte del Picerno”. Dopo l’incontro con De Santis, Anaclerio svela: “Ora ho finito di parlare, io gli ho chiesto trenta” (“intendendo verosimilmente 30.000 euro”, annota la Finanza); “99 per cento chiudiamo a 25, Anto!”. “I soldi mi servono come il pane – sottolinea Picci – Grande Miky grande, mi hai salvato!”. Adesso si attende il secondo grado per capire come evolverà la vicenda, atteso per l’8 o il 9 settembre.
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