L’articolo riportato è uno stralcio dell’originale, non volto a sostituirsi a questo, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando il giornale ‘La Repubblica’ in rassegna
Il quotidiano focalizza l’attenzione sull’allontanamento di Fabio Pagliara dal progetto Sigi. Alla base ci sono le divergenze sulle strategie di marketing legate alle modalità di lancio della Catania Card 11700. In particolare vengono menzionate alcune delle parole scritte da Pagliara nei giorni scorsi sui social:
“È legittimo, ma non è il mio progetto che parlava di membership, ma in una ottica successiva di crowdfunding, azionariato diffuso, e di coinvolgimento attivo dei tifosi. Senza polemiche preferisco aspettare e tifare Catania e per il Catania, cosa che potrò fare anche in assenza di un ruolo operativo. Spero e penso di essere stato utile alla salvezza di matricola e Società, mettendoci la faccia ( e le idee) quando tutti pensavano che non vi fosse alternativa al fallimento”.
Nicolosi, socio di maggioranza, e l’avvocato Ferraù rilevano come le divergenze con Pagliara abbiano avuto anche una matrice economica, in quanto ritenute esose le richieste di compenso avanzate dal dirigente per assumere un ruolo operativo in Sigi. Sullo sfondo rimane Joe Tacopina, che potrebbe rilanciare anche la figura di Pagliara.
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Mi rifiuto di credere che Pagliara abbia fatto delle “richieste di compenso esose per assumere un ruolo operativo in SIGI” , come riportato dal quotidiano “La Repubblica” e, se così fosse, sarebbe bene documentare e provare quanto asserito, in ossequio ai conclamati rapporti chiari e aperti con la tifoseria .
Quanto alla raccolta fondi attraverso la Card, mi sembra una cosa molto simile alla raccolta fatta dal comitato dei festeggiamenti per il Santo Patrono di un piccolo centro di provincia, al fine di poter “sparare fuochi di artificio” più ricchi, sia in quantità che in qualità, al rientro del Santo nella dimora abituale per il resto dell’anno.
Così gli attuali esponenti della SIGI fanno apparire essere l’azionariato popolare.
Si deve fare un salto di qualità in ordine al marketing e si deve entrare nell’ordine di idee che il calcio abbisogna di ingenti risorse finanziarie, altrimenti la festa durerà come da Natale a Santo Stefano.
Ben vengano Pagliara con le sue idee e Tacopina con le sue risorse economiche. Per il resto nutro serie perplessità sulla durata dell’attuale società rossazzurra, malgrado la grande buona volontà dimostrata: bisogna guardare la dura realtà e tenere un alto profilo.
Già fuori uno…e ce ne sono ancora 20 in sigi. Voglio vedere appena sorgeranno le prime divergenze o uno del gruppo avrà problemi (cosa non difficile specialmente a Catania…). Mai avuto tanta fiducia in una proprietà di questo tipo onestamente.
E la raccolta fondi sembra tanto un giro di elemosina per ringraziarli di non aver fatto fallire la squadra…dire che è una roba abbastanza provinciale è poco…
Spero Tacopina possa dare una proprietà stabile!
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