EX ROSSAZZURRI – Mihajlovic (all. Bologna): “Il mio pensiero sul Coronavirus. Ho ricevuto badilate di fango, tanta invidia e cattiveria in giro”

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Sinisa Mihajlovic

Si sfoga l’ex allenatore del Catania Sinisa Mihajlovic – attuale tecnico del Bologna – ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, dopo le numerose critiche ricevute per avere contratto il Coronavirus in vacanza:

“Non ho fatto nulla di sbagliato: dare sempre la colpa al lupo fa comodo alle pecore. Dopo quello che ho passato da luglio a gennaio nei sei mesi di lotta quotidiana contro la leucemia, con tre ricoveri, altrettanti cicli di chemio e un trapianto di midollo, il Covid è stato come bere un bicchiere di acqua. Questo non significa che la malattia non esista. Non faccio parte dei negazionisti o di chi sostiene che sia solo una influenza o anche meno. Dati e numeri di ricoveri e decessi, dimostrano che sicuramente il virus oggi è molto meno violento di prima, ma considero grave e irrispettoso nei confronti di chi ha sofferto, di chi è morto e di chi ha perso amici e familiari, sostenere che il Covid non sia un virus che può essere molto pericoloso”.

“C’è tanta invidia e tanta cattiveria in giro. Non solo in Italia, dappertutto. Com’è che vengono chiamati sui social? Haters, odiatori? Io faccio una traduzione più spicciola: li definisco merde. Ho letto un sacco di cose: tutte cazzate, che per altro hanno ferito molto la mia famiglia. Sono fortunato a non avere profili e a non passare il mio tempo sui social network. Però non si possono ricevere badilate di fango senza replicare”.

“Sono andato in vacanza come ogni estate in Sardegna dopo la fine del campionato. Ho una casa lì da più di 20 anni. L’isola era Covid free in quel momento, neanche un contagiato. Non vedevo la mia famiglia da due mesi, l’ho raggiunta per riabbracciarla. Ho preso tutte le precauzioni che dovevo prendere. Mettevo la mascherina quando andavo in un locale, un bar, un supermercato o un ristorante. Al tavolo poi la toglievo, altrimenti come potevo mangiare? In spiaggia non sono praticamente mai sceso perché andavo in barca o rimanevo in piscina in casa. In 20 giorni avrò cenato al ristorante sei, sette volte, all’aperto e al chiuso: nei soliti posti noti della Costa Smeralda. Non sono mai andato in discoteca, non mi piaceva da ragazzo, figurarsi a 51 anni. Cosa ho fatto di così diverso da chi è andato in Puglia, Sicilia o Calabria. O il problema è la Costa Smeralda, in quanto ritrovo di gente ricca e famosa? Cos’è, allora, invidia?”.

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