I tifosi del Catania non dimenticheranno mai i numerosi terremoti di questa stagione. Soprattutto sul piano societario. Come quando, il 18 marzo 2020, all’interno del Consiglio d’Amministrazione rossazzurro Gianluca Astorina ricoprì la carica di Presidente/liquidatore di Finaria. Astorina si presentò così, attraverso alcune dichiarazioni riprese dal sito ufficiale del Catania: “Da ex calciatore e da tifoso di questo club prestigioso, vivo con grande onore e senso di responsabilità la mia carica. Il Catania è passione, fede e storia. E la storia continuerà”. Da lì a poco il campionato venne sospeso a seguito dell’emergenza Coronavirus. In ambito giudiziario, invece, Astorina dovette subito fare i conti con il mancato pagamento delle mensilità di gennaio e febbraio ai propri tesserati. Problema trascinatosi fino ad oggi.
I mesi scorrono, sul fronte dell’auspicato cambio di proprietà i tifosi attendono notizie dopo un susseguirsi di chiacchiere, interessamenti di mister X, Y e Z con tanto di bluff texano e la Sigi (ex Comitato) unico soggetto ad averci messo per mesi la faccia. Dopo gli ennesimi ritardi registratisi in sede di pubblicazione del bando per l’avvio della procedura competitiva, l’intervento del sindaco Pogliese avvicina le parti in causa. Il resto lo fa il Tribunale. Astorina è marcato stretto dai commissari, la Lega Pro torna in campo per disputare i Play Off e sembra che il Catania non sia in grado di soddisfare le condizioni per riprendere a giocare.
In realtà, grazie ad un accordo con le principali strutture ospedaliere del territorio, Astorina riesce in qualche modo a garantire la ripresa dell’attività agonistica, seguendo i protocolli sanitari ed incassando faticosamente la disponibilità della squadra a giocare. Ad eccezione di Di Molfetta, rimasto a casa. Inoltre Astorina vive le sue due uniche partite da Presidente: il 3-2 in rimonta con la Virtus Francavilla e l’immeritata eliminazione di Terni, a seguito di un 1-1 che grida ancora vendetta. I problemi non mancano, dai deferimenti alla dichiarazione di fallimento di Finaria. Non riuscendo a mantenere la promessa di pagare gli stipendi. Ieri l’ultimo atto, concludendo un’avventura durata quattro mesi con le dimissioni presentate subito dopo il deposito dell’offerta d’acquisto della Sigi al Tribunale.
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