In casa Catania non bisogna fare esclusivamente i conti con il deposito dell’istanza di fallimento da parte della Procura della Repubblica. Il 4 maggio scorso i giocatori hanno pubblicato una lettera attraverso la quale si evinceva la decisione di mettere in mora la società a seguito dei mancati adempimenti delle mensilità di gennaio e febbraio ai propri tesserati. Stipendi saldati solo in parte all’interno della rosa e situazione che il Catania, a norma di regolamento, è chiamato a risolvere entro venti giorni dal ricevimento della raccomandata di messa in mora.
Decorso il termine di cui sopra, i calciatori potranno rivolgersi al Collegio Arbitrale entro e non oltre il 20 giugno della stagione sportiva in corso al momento della richiesta. Il CdA rossazzurro, quindi, deve accelerare i tempi per fronteggiare quest’alto problema. Qualora venga dichiarata la risoluzione del contratto, il giocatore, a titolo di risarcimento del danno, ha il diritto di percepire un importo, da corrispondersi mensilmente, pari alla parte fissa della retribuzione ancora dovuta, fino alla scadenza del contratto o fino alla data di efficacia di un nuovo contratto con altra società. Se il procedimento avviato dai calciatori dovesse giungere a completamento, i rossazzurri sarebbero quindi svincolati d’autorità con conseguente perdita del parco giocatori da parte del club.
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