Intervista curiosa di Giuseppe Mascara, intervenuto telefonicamente ai microfoni di Radio Incontro Olympia. L’abbiamo ascoltata integralmente, ricavando le parti più interessanti. L’ex attaccante del Catania si sofferma, in particolare, su alcuni aneddoti di calciomercato, lo splendido gol realizzato a Milano contro l’Inter nel 2006, la sfida salvezza Catania-Roma del 2008 e la figura del terzino Juan Manuel Vargas. Ecco quanto evidenziato:
“Sono stato sempre me stesso, sia dentro che fuori dal campo. Anche se non sempre riuscivo a garantire prestazioni ottimali, ho dato il massimo ovunque abbia giocato e penso che la gente lo abbia apprezzano. In tutte le piazze mi ricordano con piacere. La rete da posizione quasi impossibile messa a segno contro l’Inter al primo anno di Serie A? Vargas aveva battuto la rimessa, non avevo niente da perdere, in area non c’era nessuno e allora mi dissi ‘come va, va’. E’ andata bene, l’ho messa sotto l’incrocio con un pò di fortuna”.
“Rammarico per non avere avuto una carriera più importante? Arrivai a Napoli all’età di 32 anni, mi ritrovavo dei mostri che fecero grande il Napoli ma riuscì a ritagliarmi il mio spazio. Nessun rammarico, è stato un onore per me indossare quella maglia. Rifarei tutte le scelte fatte in quel periodo. Ero e sono tuttora legato a Catania, questo nessuno lo può negare. Forse questo mi ha un pò penalizzato però sono sempre stato felice e va bene così. In sede di mercato ho avuto tante richieste, anche in Francia e Inghilterra. Sarei potuto andare via ancor prima di trasferirmi a Napoli, ma quando hai famiglia e figli piccoli è normale pensarci su. Vengo da un paesino della provincia di Ragusa, mi pesava andare in un luogo in cui non conosci lingua e cultura. Poi quando cresci inizi a capire tante cose. Ho provato l’esperienza internazionale all’Al Nasr e fu straordinaria. Il popolo arabo è eccezionale, ho conosciuto persone importanti, vere, che tengono al valore dell’amicizia”.
“Quali club inglesi e francesi erano sulle mie tracce? Nel periodo 2008/2009 il Manchester City e il Paris Saint-Germain. Avrei potuto anche accettare ma sono scelte che devi fare d’istinto. In Italia, invece, c’è stata la possibilità di giocare nella Lazio. Quando Zenga sarebbe dovuto approdare sulla panchina biancoceleste, voleva portarmi con sè. Poi non se ne fece nulla perchè la Lazio prese Ballardini e Zenga andò al Palermo”.
“La festa salvezza in Catania-Roma del 2007/08? Non fu semplice. Si giocavano lo scudetto insieme all’Inter, sapevamo a cosa andassimo incontro e che grande squadra fosse la loro. Collezionammo qualcosa come 13 palle gol, la Roma segnò subito e noi martellammo di continuo ma la palla non entrava. Il tempo passava e la porta diventava sempre più piccola. Poi, alla fine, attraverso una mischia in area siamo riusciti a metterla dentro ottenendo quella benedetta salvezza”.
“Vargas? Giocatore straordinario, il terzino più forte e tecnico degli ultimi 10 anni ma con un cervello che neanche i maiali lo volevano (ride, ndr). Intendo dire che era un solitario, in allenamento sbagliava tutto, senza regole. Era un pò bambinone. Con un’altra testa avrebbe potuto giocare tranquillamente nei 3-4 club più forti d’Europa per forza fisica, modo di calciare, facilità di corsa e capacità di crossare”.
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