L’ex attaccante del Catania Giuseppe Mascara sui momenti più significativi vissuti nella sponda rossazzurra della Sicilia, intervistato da TMW Radio (‘Maracanà):
“Il gol incredibile a Palermo? Una giornata perfetta, di meglio non si poteva chiedere. Vivendo a Catania è difficile che non mi fermino ricordando quel gol. E’ rimasto nella mente di tutti. Ho calciato in porta senza vedere dove era esattamente il portiere, non pensavo che la traiettoria potesse essere quella. Feci anche un gran gol all’Inter a San Siro ma non servì per vincere. Eravamo alle prime giornate in Serie A. Sono tifoso dell’Inter, trovarmi lì in quello stadio è stato speciale. Poi fare quel gol…”.
“Gaucci? Non lo conoscevo di persona, sapevo del carisma che aveva. E’ stato quello che ha scoperto tanti giocatori, ti diceva le cose in faccia e si ribellava contro tutto e tutti. Era una persona che voleva e pretendeva, conosceva i giocatori e quindi ti spronava a modo suo. Il figlio Riccardo mi promise mille euro a gol come scommessa, prima di firmare il contratto. Alla fine ho vinto io (ride, ndr). Il passaggio dal Catania al Napoli? Feci parte del Napoli e non potevo dire di no. A Catania ero a scadenza di contratto, Mazzarri insistette per volermi. Sono due città simili per passione, Napoli però è molto più grande.
“Un’esperienza che vorrei rivivere? Il periodo del Catania, quando eravamo quarti in classifica. Poi ci fu quel 2 febbraio maledetto. Me la vorrei giocare fino all’ultima giornata con i tifosi allo stadio. Fu un derby col Palermo tragico, in cui morì l’agente Raciti. Rimpianti? Forse di essermi accontentato, quando potevo fare il salto di qualità. In particolare nel 2010, quando facemmo il record di punti. Ma rimasi a Catania per l’amore della squadra e della città. Rifarei quella scelta. Sette salvezze a Catania sono come sette scudetti. La partita che rigiocherei? Catania-Albinoleffe, che valse la vittoria del campionato”.
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