Non solo Maurizio Pellegrino. Futura Production ha sentito anche l’ex rossazzurro Pasquale Marino, attualmente seduto sulla panchina dell’Empoli, in attesa di capire se il campionato di Serie B riprenderà. Spazio anche ad alcune considerazioni sulle attuali difficoltà del Catania:
“Difficilmente riprenderà la Lega Pro, con molti dubbi anche in A e B. C’è ancora tanta confusione, non voluta perchè purtroppo se non si gioca in sicurezza è difficile. Aspettiamo l’evoluzione della fase due. Si deve avere pazienza in qualsiasi settore del resto. Per ritrovare la normalità passerà un pò di tempo. Basta che non ci siano ancora vittime. E’ anche difficile prevedere come ne uscirà il calcio. Prima c’erano delle difficoltà sul piano economico, adesso si sono amplificate e sarà difficile avere degli imprenditori che investano molto sul calcio”.
“A questo proposito a me dispiace quanto sta vivendo il Catania ed ha vissuto il Palermo. A Catania sono stato calciatore, ho allenato e mi dispiace anche per le persone che hanno avuto qualche difficoltà come Pulvirenti, a cui sono molto legato. Con lui e Lo Monaco ho vissuto due anni favolosi e mi hanno dato la spinta per fare questa carriera. Sono partito da Catania si può dire, perchè avevo fatto solo un anno in B ad Arezzo. Avevano dato una Ferrari ad un neo patentato. Li ringrazierò sempre. Spero che un giorno tornino i tempi in cui abbiamo fatto una bella scalata verso la A, non dimenticherò mai la gara di Bologna ed il rientro all’aeroporto di Catania. Rimarrà sempre impressa nella mente quella giornata”.
A proposito dell’esperienza vissuta in rossazzurro da allenatore, spazio ad una riflessione tattica: “A seguito del salto di categoria in A, qualcuno sosteneva che giocare con le tre punte anche nella massima serie sarebbe stato un azzardo. Invece andammo avanti con la stessa mentalità. Abbiamo preso sberle ma spesso le davamo in Serie A con la stessa idea di gioco della B. Se affronti squadre forti e ti difendi, tenendo i campioni vicino all’area di rigore perdi comunque. Devi farli avvicianare meno possibile dal mio punto di vista, quindi li devi impegnare a sostenere la fase difensiva. Ad esempio ricordo il 7-0 con la Roma ma poi vincemmo 2-0 contro il Parma. Portavamo avanti un concetto di base con un’organizzazione di gioco propositiva. E’ anche più facile valorizzare i calciatori in questo modo, tirando fuori il meglio da ogni singolo elemento”.
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