GASPARIN: “Risultati straordinari a Catania con Maran, poi la confusione al vertice ha causato la tragedia”

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Sergio Gasparin

Ospite di Futura Production nel corso di ‘Conversazioni da casa Sport vs Covid-19 edition’, l’ex dirigente del Catania Sergio Gasparin ha rilasciato anche dichiarazioni riferite al periodo lavorativo trascorso alle pendici dell’Etna. Ecco quanto evidenziato:

“Ho sempre amato l’autorevolezza più che l’autorità, mi piace sostituire l’Io con il Noi. Rappresentano essenzialmente uno stile di vita. Io mi sono sempre trovato in qualunque situazione lavorativa ad avere un rapporto positivo, franco e rispettoso nei confronti delle persone con cui ho avuto modo di relazionarmi. Se dai rispetto, ricevi rispetto. Non è necessario sbraitare, urlare i toni per farsi rispettare. Il rispetto è dato dalla credibilità, dalla trasparenza e dal modo di relazionarsi, di essere umili a prescindere dal ruolo che si ricopre. Questo viene frequentemente dimenticato nella vita. Nel mio percorso professionale ho commesso degli errori ma mai venendo meno la considerazione dell’altra persona e soprattutto nel prevaricare le caratteristiche individuali dell’altro, specie se si tratta di persone molto umili e modeste che spesso hanno qualità morali più importanti di gente altolocata”.

“Quando ricevetti la proposta del Presidente Franza a Messina e di Pulvirenti a Catania, arrivai al Sud con qualche timore sul piano della mia realtà caratteriale, poco votata al compromesso. Avevo il timore di scontrarmi con le cose, invece ho ottenuto risultati straordinari sul profilo del rapporto con la gente ma anche professionalmente. Sia a Messina che a Catania ho trovato dei collaboratori molto preparati, legati alla loro professione e squadra. E’ stata una lieta e positiva sorpresa, ma anche una gratificazione perchè tuttora mantengo rapporti di affetto e stima reciproca con le persone con le quali ho avuto modo di collaborare in Sicilia. Quando portai Maran a Catania era la prima volta che si affacciava alla Serie A. Tutti insieme siamo riusciti a conseguire il migliore risultato della storia rossazzurra con l’ottavo posto ed il record di punti nella massima categoria. Il rapporto d’amicizia instaurato con Maran nasce dalla francehzza, sincerità ed onestà nella quale ci si è sempre confrontati”.

“Il mio addio al Catania? Ognuno di noi ha un grande alleato o nemico, è il tempo che dà ragione a chi ce l’ha e assegna i torti a chi li merita. La prima volta che decisi di andare via fu ai tempi della Sampdoria. Eravamo a 2 punti dalla zona Champions con una media di 2 punti a partita fino al 22 dicembre. Il Presidente volle modificare la strategia organizzativa, gli dissi che la scelta rischiava di essere controproducente. Ebbene quel club, con gli stessi giocatori ed allenatore, si è ritrovato dal quinto posto alla retrocessione il 30 giugno. A dimostrazione che la differenza la fa la gestione nel calcio, quando si crea confusione al vertice inevitabilmente i risultati vengono capovolti. Quando le proprietà non si trovano più concordi con gli aspetti strategici, a mio modo di vedere il manager ha l’obbligo di lasciare perchè altrimenti va a tradire i suoi stessi indici di professionalità. La cosa purtroppo si è ripetuta a Catania perchè dopo la stagione dei record si è voluto modificare l’aspetto strutturale e strategico del club. Se io perseguo gli obiettivi dati dalla proprietà e cerco di arrivare ai risultati che mi vengono assegnati, sono altrettanto determinato a interrompere il rapporto quando si modificano le regole del gioco. Il tempo ha rafforzato le mie convizioni, creare confusione ai vertici ha rappresentato la tragedia del Catania. Quando si vanno a modifcare assetti e situazioni gestionali si crea confusione nei collaboratori, nei giocatori, nei tecnici rispetto alle prerogative di chi comanda in società e si generano le premesse per il disastro. Il calcio del futuro ha la necessità di avere a disposizione manager ancor più preparati, pronti a cogliere le sfide che il mondo e l’innovazione ogni giorno ci propone, ma anche Presidenti un pò meno protagonisti. Quando quanche Presidente si “diverte” a entrare negli aspetti operativi, o vuole essere protagonista su quelli tecnici, sono le premesse del disastro”.

“Rivolgo un caro saluto a tutte le persone che mi hanno conosciuto – e chi non ho avuto il piacere di frequentare e conoscere – per la loro stima, affetto e considerazione. Una stretta di mano forte e leale ai tanti collaboratori coi quali ho lavorato all’insegna di un grande rapporto professionale e umano. Spero per quanto riguarda le vicende dei colori rossazzurri che, in questo momento molto delicato, arrivi una soluzione che sia la più soddisfacente e sicura per le prospettive che può avere il sodalizio etneo ma soprattutto per l’affetto, la passione e il trasporto della gente di Catania“.

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