Ulteriore passo avanti della cordata interessata ad acquisire le quote societarie del Calcio Catania. Ritirata la manifestazione d’interesse inviata il 10 aprile, dopo avere costituito una SpA adeguatamente patrimonializzata con la sottoscrizione dei primi undici soci – aventi un fatturato di circa 60 milioni di euro ma, a questi soci, se ne aggiungeranno altri per contribuire ad innalzare il volume d’affari – è stata formalizzata l’iscrizione nel registro delle imprese. Nessun dubbio, pertanto, sulla effettiva esistenza della società denominata Sport Investment Group Italia. Visto il bluff americano dei giorni scorsi, questa è già una notizia. Nelle ultime ore è circolata la voce di un aumento del capitale sociale da 55mila a 5 milioni di euro. In realtà è opportuno fare chiarezza perchè questo aspetto è condizionato all’acquisizione del Catania Calcio. Anche perchè non avrebbe senso immobilizzare un quantitativo di denaro nettamente superiore su una situazione tuttora incerta. Il capitale sociale, pertanto, aumenterà in funzione del positivo esito della trattativa, come deliberato dall’assemblea dei soci di SIGI.
Compiuti gli step sopra evidenziati con anche la definizione dell’organigramma dirigenziale qualora l’affare andasse in porto, la successiva mossa è la formulazione dell’offerta d’acquisto. Offerta che i legali rappresentanti della società appena costituita invieranno nelle prossime ore, in ogni caso prima del 25 maggio. Tale data coincide con l’udienza attraverso la quale verrà discussa la richiesta della Procura di nominare nuovi commissari giudiziali, ad opera del Tribunale, perché ristabiliscano la legalità gestoria del club rossazzurro. Non si deciderà l’eventuale fallimento. In ogni caso il passaggio del 25 maggio diventa importante nella misura in cui venga dato l’ok alla proposta della Procura. A quel punto i commissari valuterebbero immediatamente l’offerta presentata da SIGI, compatibilmente con la necessità di soddisfare i creditori e dare continuità gestionale al Catania con una nuova proprietà.
Gli avvocati di Finaria comunque non mollano la presa, proveranno a giocarsi la partita attuando una nuova strategia: il concordato preventivo in bianco. Un’ipotesi che adesso è diventata realtà, visto che la domanda d’ammissione è stata regolarmente presentata. Ma di cosa si tratta, nello specifico? Parliamo di uno strumento che la legge mette a disposizione per evitare il fallimento, in considerazione del fatto che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. La procedura prevede l’allegazione dei bilanci che riguardano gli ultimi 3 esercizi aziendali, la lista dei creditori e dei crediti che spettano a ognuno di loro, riservandosi il debitore la possibilità di presentare in un secondo momento il piano di rientro. Questo per fare in modo di evitare che il proprio patrimonio venga “aggredito” dai creditori nel periodo necessario per redigere l’ulteriore documentazione (termine non inferiore a 60 giorni).
Se il Tribunale ritenesse ammissibile il concordato, si allungherebbe momentaneamente la vita del Catania con Finaria avente il pallino del gioco in mano, dovendo dimostrare di possedere argomenti validi per dare prosecuzione all’attività. Ma il rischio è quello di perdere ulteriore tempo prezioso, con un dettaglio non trascurabile: nei prossimi mesi bisognerà effettuare l’iscrizione al prossimo campionato e, addirittura, la FIGC ha aperto alla possibilità di concludere l’attuale stagione sul campo, anche in Lega Pro. Qualora, invece, il Tribunale optasse per l’inammissibilità del concordato, teoricamente è più facile ipotizzare che i tempi si accorcino nel tentativo di definire la cessione del Catania a SIGI, ad oggi unica valida alternativa al fallimento. Ma bisogna essere più celeri possibili per provare a sbrogliare la matassa. La dimostrazione della forza economica e finanziaria della nuova SpA può e deve fare la differenza.
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