CANI, l’ex Catania: “Aiuto all’Italia? L’Albania non abbandona un amico in difficoltà”

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Edgar Cani

In merito all’emergenza sanitaria mondiale legata alla diffusione del Coronavirus, l’albanese Edgar Cani, che ha indossato anche la casacca del Catania, commenta a Repubblica la mano d’aiuto dell’Albania nei confronti dell’Italia inviando 30 medici e infermieri:

“Non siamo ricchi, ma neanche privi di memoria. L’Albania non dimentica e gli albanesi non abbandonano mai un amico in difficoltà. Oggi più che mai siamo un’unica realtà. Le parole del nostro premier mi hanno emozionato, facendomi tornare in mente i sacrifici dei miei genitori e ricordandomi chi sono e da dove vengo. Quando siamo partiti dall’Albania non avevamo niente. Per noi è stato il viaggio della libertà, io avevo 11 mesi, quindi non ricordo nulla se non attraverso i racconti dei miei genitori. Siamo stati 10 giorni all’interno dell’ambasciata, circa mille persone in uno spazio ristretto, si dormiva ammassati e si mangiava una volta al giorno. Siamo stati trasferiti a Città della Pieve, vicino Perugia, dove mia mamma ha iniziato a lavorare come perito meccanico e io a 5 anni ho iniziato a giocare a calcio. Sono partito dal Cortona, lì mi ha notato il Pescara. Ho giocato un anno con la Primavera abruzzese e ho esordito in prima squadra la stagione successiva in serie C. L’Italia ci ha accolti come figli e adesso sono un uomo felice”.

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