Il taglio degli stipendi si conferma tema di grande attualità nel calcio italiano. L’avvocato Mattia Grassani analizza la situazione durante Testa Coda, trasmissione di TMW Radio:
“Purtroppo questo accordo ha già trovato forti dissensi dalle diverse associazioni di categoria, a partire dai calciatori e dagli allenatori. Quello che attende il calcio sul fronte stipendi, in un momento così emergenziale, non sarà facile. La posizione della Lega, anche dal punto di vista giuridico, è ineccepibile. In caso di mancata ripresa del campionato, questi mesi sono come non lavorati, quindi non vanno retribuiti. Ci sarà quindi una riduzione del 50% dei compensi dei mesi in causa. La reazione delle associazioni di categoria è stata forte, anche come approccio. C’è stato un respingimento al mittente, senza neanche un’apertura per una controproposta. Il rischio è che il futuro possa essere costellato da contenziosi e cause che non fanno bene ad un calcio già così disastrato“.
“Ad esempio i calciatori con contratto pluriennale, in prestito e a fine contratto: con questi se si aprisse un contenzioso davanti ad un collegio arbitrale o in un tribunale ordinario, non avrebbe fine prima del 30 giugno. Servirebbe un passo indietro di tutti gli attori, che devono prendersi una responsabilità in questo momento. Non so come andrà a finire, certo è che se il campionato non riprende, questa guerra aumenta gli effetti nocivi nel movimento. Se invece, seppur a marce forzate, si va a chiudere la stagione, i margini di accordo aumentano”.
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