26 aprile 2016. Davide Franco, allora neo Presidente del Catania, presenta il nuovo Consiglio d’Amministrazione rossazzurro facendo chiarezza anche sul futuro societario del club. Ecco le parole di Franco e del Consigliere Pierluigi Mancuso:
Davide Franco – “Presento il nuovo CdA. Siamo stati nominati la settimana scorsa. Io ed il Consigliere Mancuso, noto penalista romano, e Pippo Bonanno per i meriti sportivi nell’ambito della gestione sportiva del Calcio Catania. Quale mandato mi è stato conferito? Le vicissitudini che hanno investito il socio di riferimento di Finaria, hanno indotto quest’ultimo a nominare un nuovo CdA indipendentemente formato da professionisti terzi rispetto alla proprietà. Noi abbiamo ricevuto mandato di formulare un piano di risanamento che investirà anche il Calcio Catania, sia nell’ambito di un’eventuale vendita che di mantenimento dell’asset. Io mi occupavo delle società riconducibili a Cecchi Gori, non della Fiorentina, pur avendo rapporti con la società ma non a carattere sportivo. A Foggia la situazione era molto simile, ma non faceva parte di un gruppo come il Calcio Catania. Il salvataggio del Foggia è stato uno dei momenti più belli della mia vita, vidi una risposta eccezione dei tifosi”.
“Stiamo tentando fortemente di chiamare a raccolta tutti. Io penso che, nei momenti difficili, bisogna stare vicini ai giocatori. Tifando. Perchè, lo dico da sportivo, i calciatori corrono quando si allenano ma volano quando sono in campo e vengono sostenuti. Vorrei vedere tutta la città allo stadio, sarebbe una grande risposta e reazione ai momenti di difficoltà. La situazione attuale in casa rossoazzurra ha delle criticità date da una incapacità di coprire i costi di gestione con i ricavi. Serve l’alimentazione della finanza imprenditoriale. Il Catania ha la fortuna di fare parte di un gruppo imprenditoriale e stiamo cercando di porre rimedio. C’è anche un mandato conferito per l’eventuale cessione della società. Se arrivasse un’offerta da parte di imprenditori in grado di supportare il mantenimento del Catania nella serie attuale e dare impulso all’attività, la prenderemmo seriamente in considerazione“.
“Pulvirenti? Noi come amministratori di Finaria interloquiamo con chi ci ha dato il mandato, possiamo definirci traghettatori ma siamo anche un organico autonomo, intervenendo secondo le regole dello statuto sociale. Finaria ha un obbligo civilistico e morale nei confronti dei tifosi, tutelando al meglio il marchio del Catania. Per agevolare la vendita del club intendiamo mettere a disposizione la società sportiva con o senza Torre del Grifo. Nell’ambito di un piano di rilancio e di risanamento, nei prossimi mesi dovremo ipotizzare l’opportunità di vendere. Se non si facessero avanti soggetti importanti per l’acquisto del Catania, valuteremmo la permanenza nel gruppo. Lavoreremo in parallelo su tutte le ipotesi. Stiamo redigendo il piano industriale, entro la metà di giugno sarà definito. Il disegno della squadra andrà in parallelo alle nostre valutazioni. Siamo entrati in Finaria a marzo. Riteniamo che gli eventi di gennaio abbiano avuto una forte incidenza. Vergara? Non confermo nè smentisco. Non stiamo gestendo direttamente noi i contatti con i potenziali interessati. Auspichiamo che qualcuno si faccia avanti anche nei nostri confronti”.
“Stiamo evitando d’intervenire massicciamente a livello mediatico perchè, in questo momento, è importante stare vicini alla squadra. Noi saremo personalmente a Pagani. Il Catania è patrimonio della città, non lo dimentichiamo. Se non ci saranno offerte concrete, noi necessariamente e doverosamente valuteremo la gestione del Calcio Catania nel complesso del gruppo. Le società di calcio sono delle attività per definizione in perdita, a meno che non vi siano logiche differenti. Siamo chiamati a gestire questa partita all’interno del gruppo. Già dalla Serie B vi possono essere situazioni di pareggio o, addirittura, di utile. Per un gruppo imprenditoriale il rischio aumenta. In mancanza di compratori seri, la società cercherà di mettere a disposizione somme tali da gestire un rilancio sportivo del Catania“.
“Torre del Grifo? E’ un Centro Sportivo in buona attività. Negli anni precedenti la situazione del Catania Calcio era particolarmente brillante da un punto di vista finanziario. Il marchio Catania, poi, è importante. Non siamo molto pretenziosi circa un’eventuale proposta d’acquisto della società. Noi non vogliamo interferire nella gestione sportiva ma, al termine della partita di domenica scorsa, abbiamo parlato con i giocatori ed il mister. Ci sembra che il morale della squadra sia piuttosto buono rispetto ai mesi precedenti. Retrocedere in D? Forse per chi compra è preferibile”.
Pierluigi Mancuso – “Sono avvocato penalista, ho esperienza in materia di vigilanza come Presidente dell’Organico di Vigilanza del Mose di Venezia, di una società quotata e di una compagnia di assicurazione milanese. Ancora oggi non c’è un compratore, non esiste. Non è vero che non abbiamo la volontà di considerare proposte d’acquisto. Siamo ampiamente disponibili sotto questo profilo a valutare sia la cessione del Catania includendo il pacchetto Torre del Grifo, che scorporando il Centro Sportivo. C’è un contenzioso in corso con la famiglia Massimino. Ci stiamo occupando anche di questo, vedremo come procede. Sarebbe bello trasmettere la chiamata a raccolta dei tifosi in un momento di difficoltà come questo. Il tifoso può dimostrare il suo affetto e la propria fede. Ci sono momenti di grandi gioie, anche di difficoltà. Forse questo è il momento di guardarsi negli occhi tra chi sostiene il Catania, tutti. Stiamo vicini alla squadra, riempiamo il Massimino. Mettiamo da parte le polemiche, ora salviamo la squadra. Questo deve essere l’obiettivo di tutti, trasmettiamo un messaggio forte alla città”.
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