“Odio chi in casa fa il leone e in trasferta se la fa addosso. Non può un contesto esterno incidere, il campo è uguale ovunque. Ragioniamo su quello, non se hai lo stadio chiuso, 20mila persone al seguito o mille. E’ da deboli farsi condizionare da ciò che è esterno al campo di gioco. Undici siamo noi, undici loro. Tatticamente fuori casa trovi anzi maggiori spazi, perchè a Catania gli avversari si chiudono e diventa più complicato. Non bisogna sentirsi smarriti e abbandonati”. Parole che mister Cristiano Lucarelli ha utilizzato alla vigilia di Catania-Vibonese e che tornano di grande attualità adesso che si avvicina la gara di Bisceglie.
La squadra lavora incessantemente da mesi sull’acquisizione di una precisa identità sia in casa che fuori. Il fatto che i rossazzurri abbiano raccolto lo stesso numero di punti tra le mura amiche ed in trasferta nelle ultime cinque partite, conferma che il Catania insista su questa strada. Avendo lo stesso spirito al di là del fatto che si giochi al “Massimino” o altrove, oppure in uno stadio gremito di pubblico o deserto. Domenica pomeriggio l’Elefante rivivrà le emozioni tutt’altro che incoraggianti di giocare a porte chiuse, a distanza di quattro mesi. Importante ripartire dal concetto espresso da Lucarelli senza commettere il grave errore di prendere sottogamba il Bisceglie e, soprattutto, non smarrendo la propria identità.
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