LUCARELLI: “Ragioniamo con il Noi, non più primedonne. Ho la sensazione che solo Di Natale può trovare una soluzione per il Catania. Quella sana follia…”

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Intervenuto telefonicamente ai microfoni di Unica Sport, l’allenatore del Catania Cristiano Lucarelli concede una lunga intervista. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:

“Sono rientrato a Livorno direttamente da Bisceglie. Navighiamo a vista in questo momento, non abbiamo certezze neanche per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti. Diventa difficile fare ogni tipo d’ipotesi. Avevamo individuato la data del 17 marzo, poi è stato emesso questo comunicato della Lega che diceva di non riprendere ad allenarci fino al 20, salvo accordi diversi con i giocatori. Stiamo cercando di capire. Adesso conta seguire le indicazioni e cercare di contenere il più possibile questo virus. Il calcio è uno sport, davanti alla salute passa in secondo piano. Vedremo se il 5 aprile saremo nelle condizioni di ricominciare questo campionato. Molto dipenderà dai tempi necessari per contenere questa pandemia. Se dovessimo andare un pò più in là, magari ai primi di maggio secondo me possono prendere delle decisioni d’emergenza, che accorcino un pò tutto. Speriamo che torni la normalità soprattutto per i lavoratori e che il calcio possa tornare ad essere uno svago per le persone. Avere qualcosa che ti distrae come rivedere il tuo Catania in campo sarebbe il sintomo di riuscita di tutti i problemi. Mi piacerebbe tornare a lavorare prima possibile perchè vorrebbe dire che come nazione avremmo superato questo problema. Vorrei cercare di realizzare quella sana follia che ci siamo messi in testa e faremo di tutto per riuscirci, sapendo di partire ad handicap rispetto ad altre squadre ma a volte il bello del calcio è anche questo”. 

“Abbiamo mandato un piano di lavoro personalizzato alla squadra che pensavamo di potere svolgere a Torre del Grifo mantenendo due gruppi, quelli a Catania lavorando con il preparatore atletico ed un programma personalizzato per gli altri rimasti a casa. Questi provvedimenti però hanno fatto sì che Torre del Grifo diventasse non praticabile. Dal punto di vista del momento qualcosa ci toglie la sospensione del campionato perchè stavamo bene di testa e fisico, potevamo crescere ulteriormente in alcuni elementi. Mi riferisco in particolare a Curcio, Vicente e Salandria che avrebbero avuto bisogno di dare continuità alle prestazioni. Ma c’è un motivo che ha permesso d’invertire totalmente il trend del Catania, ed è quello di non piangersi addosso in nessuna situazione. Abbiamo già dimostrato di saperci rimboccare le maniche e ripartire. Quando e se ci sarà permesso di ripartire dovremo farlo subito nella giusta maniera. Perchè quello che abbiamo fatto è importante, non sarà una sosta a metterci il freno”.

“Quando il club ha deciso di avvicendare l’allenatore ho ricevuto un sacco di messaggi da parte dei miei ex calciatori per convincermi a tornare. All’inizio non è che non fossi convinto, però sapevo di questa situazione che potesse avere delle ripercussioni sul rendimento dei giocatori. Da subito ho capito che c’era la volontà del gruppo di riprendere il discorso interrotto due anni fa. Sicuramente con la chiusura del mercato è cambiata la mentalità. Io appena arrivato dissi che la situazione non fosse semplice dentro e fuori il campo, ma era importante costruire una mentalità che potesse tornare utile al Catania anche in prospettiva futura, qualora non fossi ancora alla guida della squadra. A gennaio sono andate via persone che facevano fatica a sposare questa situazione, non sarebbero riuscite ad esprimersi con questa spada di Damocle sulla testa legata ai dubbi sul futuro del Catania. Allora decisi di puntare su dei kamikaze pronti a pensare solamente al campo da gioco. Con il mercato invernale si è creato un gruppo che mi sta dando soddisfazioni sul campo ma anche nei comportamenti, nella solidarietà tra compagni. Contro la Vibonese ho visto la partecipazione di tutto il gruppo sul gol del 2-1, panchinari compresi, andando a festeggiare sotto la Curva come non si è mai visto in questi anni. E’ la soddisfazione più grande. Si ragiona finalmente con il Noi e non con l’Io. Questo ci aiuta, insieme alle cene ed alla vita di gruppo. I ragazzi arrivano al campo e non sanno quando andarsene. Oggi si vive lo spogliatoio più come un posto di lavoro che non come un semplice allenamento. C’è proprio la voglia di stare insieme. Sono cambiate tante cose che prima non erano scontate”.

“Io non è che non voglia prendermi qualche merito. Per un allenatore, per quanto carismatico possa essere, se non ha un gruppo di giocatori intelligenti che gli vengano dietro, diventa difficile. E’ come predicare nel deserto. Posso solo ringraziare questi uomini che in un momento di grande difficoltà hanno dimostrato di tenere al Catania e stanno avendo l’appoggio di tutta la città, anche se lo stadio non è pieno come due anni fa ma lo zoccolo duro siamo riusciti a riportarlo al ‘Massimino’. Viviamo un momento di grande simbiosi insieme ai tifosi e questo ha una ricaduta positiva sulle prestazioni. Quando sono tornato, inizialmente si parlava per il 99% dei problemi extra campo nelle conferenze, oggi siamo riusciti a portare quantomeno un 60% a parlare di calcio. Il rimanente 40% è rappresentato dai problemi che purtroppo permangono e speriamo che Di Natale possa trovare delle soluzioni”.

“Beleck non è stato preso per fare dei gol. Parliamo di un calciatore che viene da un situazione come quella di Rieti, svincolato a febbraio e che guadagna 2mila euro al mese. Abbiamo preso Beleck perchè in possesso di determinate caratteristiche che facilitano l’inserimento dei nostri trequartisti. E’ successo anche a Bisceglie perchè con il suo movimento ha favorito l’inserimento di Salandria, che poi ha realizzato un bellissimo gol. Un tiro forte che ha colpito il palo interno. La squadra si è rialzata, guardiamo il bicchiere mezzo pieno, mi piacerebbe che si esaltasse il collettivo. Perchè noi ora giochiamo da collettivo, non più singolarmente. Domenica Beleck per tutta la partita, su un campo di cacca, ha fatto a sportellate prendendo tutti i palloni di testa, ci dà una mano sui calci piazzati indietro e sui movimenti che facilitano gli inserimenti dei trequartisti. Per me è un centravanti tattico e non un realizzatore. Non lo è mai stato. A gennaio c’erano nomi di attaccanti che garantissero un certo numero di gol, ho fatto almeno 12-13 nomi ma non siamo stati abbastanza convincenti da riuscire a prenderne uno. Considero Beleck un giocatore integro fisicamente ed in possesso di caratteristiche che potevamo comunque farci comodo a 2mila euro al mese. Trovare di meglio sul mercato era difficile. I neo acquisti, tutti, ci stanno dando una mano. Beleck aveva anche altre situazioni dove guadagnava il doppio, noi lo abbiamo convinto con il blasone della piazza ed il fascino di Catania. Questo ragazzo, come Barisic, non lo graverei di tutte queste responsabilità. Se anche lui facesse i suoi 2-3 gol come ho chiesto a tutti i miei attaccanti in rosa, il reparto offensivo realizzerebbe un bottino di reti soddisfacente. Inoltre, prima i calci piazzati contro erano un tallone d’Achille ma adesso stiamo gestendo la problematica“. 

“Anche due anni fa dicevo che per far funzionare un gruppo ci fosse bisogno di certe situazioni. Il tutto deve essere bilanciato. Come quando costruisci una casa. C’è un architetto, un geometra e tanti muratori. Se tu pensassi di costruire una casa con 4 architetti, 8 geometri e un muratore probabilmente ci vorrebbe molto tempo nella fase progettuale per trovare la soluzione giusta. Io credo che siamo riusciti a reperire sul mercato dei giocatori che non hanno la necessità di sentirsi primedonne ma con fame, voglia di dimostrare e ritengono Catania l’opportunità della loro vita. Ad esempio il Bari tecnicamente è più forte, ma la Reggina ha giocatori più abituati a questa categoria ed è con merito al comando della classifica perchè questo campionato richiede un certo tipo di caratteristiche che probabilmente il Catania non aveva negli anni passati”.

Calciatori rigenerati? Io appena arrivato a Catania dissi ai giocatori che chi avesse letto un giornale, sito o seguito una trasmissione avrebbe remato contro di me. Perchè spesso e volentieri chi fa informazione è anche tifoso e quindi in una partita può non essere tenero nei giudizi. E ci sono giocatori che più di altri potevano soffrire certe polemiche. Dissi che chi avrebbe continuato a leggere siti e tutto il resto sarebbe stato messo fuori squadra perchè noi dovevamo pensare solo a lavorare e non al giudizio proveniente da fuori che, in quel momento, poteva essere severo. Questo è stato un primo passo. Quando battezzi 11 giocatori, prima o poi il rendimento di quegli undici che sentono la fiducia dell’allenatore paga. Oggi invece è più difficile ed importante trovare chi si alza dalla panchina e risolve la partita, come dimostrano anche i top club europei”.

“Vanigli e Conticchio? Io ho la fortuna di avvalermi di uno staff tecnico importante per la categoria che lavora specificamente nei reparti di difesa e centrocampo, avendo vissuto i rispettivi ruoli in passato. Di Natale? Ha portato serenità perchè gli viene riconosciuta questa grande dote manageriale e gestionale nelle aziende importanti in cui ha operato. Inconsciamente ci ha dato la tranquillità di avere una persona che potesse aiutare il Catania a risolvere i suoi problemi. E’ stata scelta la persona più idonea per il suo trascorso, la grande esperienza acquisita e le tante conoscenze. Lui aveva trovato delle sponsorizzazioni molto importanti, poi purtroppo quella visita della Guardia di Finanza non ha fatto bene al suo progetto ma è una persona che ha talmente tante conoscenze che siamo convinti che, essendo anche uno che non ci sta a perdere, pur con tantissime difficoltà possa riuscire a trovare una soluzione per il Catania. E’ quello che mi auguro per l’affetto che mi lega a squadra, tifosi e città. La situazione rimane complicata però ho la sensazione che possa riuscirci soltanto lui. Faccio questa riflessione sulla base delle esperienze lavorative che ha maturato. Se no, dobbiamo sperare ci riesca qualcun altro acquistando la società”.

Lucarelli conclude facendo un appello ai tifosi: “Continuate a stare a casa per cercare di vincere questa importante battaglia per poi, tutti insieme, andare allo stadio spingendo il Catania verso questa grande impresa”. 

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