Intervento telefonico ai microfoni di Bella Radio per l’estremo difensore del Catania Jacopo Furlan che ripercorre le difficoltà incontrate guardando al futuro con fiducia:
“La partita di domenica l’ho vissuta abbastanza male perchè non stavo ancora bene. Ho avuto problemi fisici dal post-Picerno, poi i miei compagni mi hanno rivisto direttamente allo stadio la domenica ma ho voluto esserci per dare una mano dalla panchina. Ed è andata bene, sono contento. Per il resto è stata una stagione abbastanza strana, complicata. Abbiamo vissuto due stagioni in una praticamente finora. Ogni periodo con le sue difficoltà ma anche le sue cose positive. Stiamo vivendo un momento ottimale a livello di squadra. Ovviamente le prospettive iniziali non erano quelle di giocarci un quinto-quarto posto”.
“So che ci si aspetta sempre tanto da un portiere dal mio curriculum. Sono il primo a riconoscere di avere disputato un campionato inizialmente poco al di sotto delle mie potenzialità. Si sono presentate delle difficoltà oggettive che non ci aspettavamo. Soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva, facevamo molta fatica. Forse per conto mio ho faticato ad assorbire la situazione generale, l’ho accusata più del dovuto ma poi sono tornato sui miei standard”.
“Non mi sarei mai aspettato arrivando a giocare qui di trovare ad un certo punto uno stadio semivuoto, mi ha sorpreso e dispiaciuto la cosa. L’avere giocato nuovamente con uno stadio più presente e coinvolto secondo me è fondamentale. Non è una frase fatta. Avere i tifosi che ti incitano e spingono per 90 minuti mettendo sotto pressione gli avversari è un’altra cosa. Adesso faremo i conti con le porte chiuse purtroppo, ma fa parte della vita e del mondo che ci circonda. Però è stato bello ritrovare i tifosi. Dal canto mio ho un buon rapporto con la tifoseria. Con la città mi sono trovato da subito benissimo. Capisco perchè in tanti voglio rimanere a Catania anche nel post-carriera”.
“Quanto incideranno le porte chiuse? Tutti ne faremo le spese. Sta a noi evidenziare la nostra maturità pensando solo a giocare e fare quello che dobbiamo fare. A Bari non avranno i loro tifosi e questo potrebbe essere un vantaggio per noi, viceversa per chi viene qua. Non so chi potrebbe essere avvantaggiato da questa situazione. Finora non abbiamo tirato fuori al 100% le nostre potenzialità. Stiamo raccogliendo adesso un pò di quanto seminato. Secondo me ci sono ancora ampi margini di miglioramento che mi fanno ben sperare per il finale di stagione. La vittoria eventuale dei Play Off? Non penso sia l’unica strada per esorcizzare un ipotetico fallimento. Sarebbe il metodo più bello, veloce e romantico per togliere il Catania dalle difficoltà che ha in questo momento”.
“Il mio futuro lo vedo a Catania. La mia voglia di restare è intatta, credo ancora in questo progetto. Spero solo si sistemino le cose a livello societario. Venire a Catania per me era un piccolo sogno nel cassetto. Ho accettato subito la proposta, ne ho avute anche altre importanti ma le ho declinate immediatamente. Ci siamo trovati con difficoltà tecniche e poi societarie, niente di catastrofico ma che hanno inficiato il nostro andamento. Ho ritrovato lucidità e serenità nel tempo, cercando di isolarmi da quelle che potessero essere le problematiche extra-campo concentrandomi sugli allenamenti e su cosa migliorare a livello di campo. Il lavoro portato avanti sta cominciando a dare i suoi frutti con gli ultimi ruolini di marcia”.
“Difficoltà a fare gruppo con Camplone? Siamo stati meno tempo insieme con mister Camplone. All’inizio con una squadra quasi del tutto rinnovata non è facile trovare subito un’alchimia. Ovviamente lo staff hai suoi meriti in questo, però spesso succede che i gruppi si vadano sviluppando maggiormente nella seconda metà del campionato. L’ottimismo e la fiducia crescono con le prestazioni ed i risultati. Serie B? Io ci credo, niente è perduto. E’ importante la posizione finale nei Play Off. Dobbiamo centrare il miglior piazzamento possibile. Poi potremo dire la nostra secondo me in maniera importante e concreta”.
“Il dualismo con Martinez? Lo vivo in modo molto sereno. Ottimo rapporto. C’è stata competizione dall’inizio, finora ho giocato io ma non c’è mai stato nessun tipo di problema. I miei hobby? Prendere in giro chi suona la chitarra e chi canta nello spogliatio (ride, ndr). Lo spogliatoio comunque è importante, non siamo ipocriti. Non si può essere amici di tutti perchè chi lo è, in realtà non è amico di nessuno. Non ci sono problemi di nessun genere con nessuno tra nessuno. Si creano anche delle simpatie più speciali con alcune persone, credo sia normale. L’importante è che non ci siano scontri dovuti a gruppetti, cose che ho vissuto in passato”.
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