Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin in un’intervista a Repubblica:
“In questo momento drammatico la cosa più importante è la salute, uscire da questa crisi. Il calcio interrotto simboleggia che l’Europa e il mondo si sono fermati. Sacrificare l’Europeo ha mostrato che ogni emergenza è la nostra e che ogni club è il nostro. Nulla sarà più lo stesso, dopo questo anno terribile, nel mondo intero. Spero che nessuno dimentichi che cosa è successo: non solo nel calcio, ma nel mondo. E’ una lezione: in futuro dovremo comportarci diversamente. Il calcio europeo è unitissimo e solidale, nessuno sa quando la pandemia finirà ma l’Uefa ha il piano A, B o C: siamo in contatto con le leghe, con i club, c’è un gruppo di lavoro. Dobbiamo aspettare, come ogni altro settore”.
“Le opzioni sono ricominciare a metà maggio, a giugno o anche a fine giugno. Se non ci riusciamo probabilmente la stagione sarà persa. C’è anche la proposta di finire questa stagione all’inizio della prossima, che comincerebbe un po’ più tardi. Se non ci fosse alternativa, sarebbe meglio finire comunque i campionati. Posso dire che non penso alle finali delle coppe europee a porte chiuse. Limitare il numero delle squadre nei vari campionati? I problemi nazionali spettano alle singole leghe. A livello internazionale io penso che non siano necessarie nuove competizioni per club: le abbiamo già. Il calendario è già pieno”.
“Se la stagione ricominciasse, servirebbe un compromesso: che i contratti scadano più avanti e che il periodo per i trasferimenti slitti. Il mercato dovrà essere adeguato: non si può dire a un calciatore: giochi con noi fino a fine agosto, poi però non puoi trasferirti perché il mercato è chiuso”.
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