L’avvocato Mattia Grassani torna sul nodo stipendi e le conseguenze per i club, rilasciando un’intervista al Corriere dello Sport:
“Se tutte le attività sono state interrotte per provvedimento dell’autorità, non vedo come un club possa essere tenuto a corrispondere l’intero emolumento ad un atleta che non si è allenato, non è andato in ritiro, non ha giocato gare ufficiali, non ha partecipato a riunioni tecniche. Si tratta del classico esempio di impossibilità sopravvenuta della prestazione. Per risolvere questo problema basta un tavolo, una penna e un foglio di carta: chi ama il calcio sa cosa scriverci sopra. La decurtazione è già legittima per il periodo di inattività. Dovremmo pensare di più ai calciatori di B e di serie C. Quando il pallone ricomincerà a rotolare avremo molti club in stato di decozione, prossime al fallimento, dovremo prepararci ad aiutarle e oltre alla FIGC, le Leghe, la UEFA e la FIFA possono giocare un ruolo determinante”.
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