Lunga conferenza stampa di mister Cristiano Lucarelli alla vigilia di Catania-Ternana. Riportiamo di seguito le considerazioni del tecnico livornese in sala stampa:
“La Ternana è talmente una squadra forte e dotata di giocatori bravi e ben allenati che a me piace moltissimo. A livello di valori non ha nulla da invidiare a nessuno di questo campionato. Attacco importante, centrocampo e difesa altrettanto importanti, tanti ricambi, migliore portiere della Serie C insieme a Furlan e Martinez che è Iannarilli. La società è molto ambiziosa con un Presidente importante per la categoria. Diffido sempre da queste crisi. Noi a Castellammare potevamo avere dei problemi, invece in quel momento abbiamo tirato fuori tutto quello che avevamo. E’ vero che nelle ultime settimane ha faticato, ma la Ternana come noi ha auto due turni infrasettimanali di Coppa dove non ci siamo risparmiate entrambe. Abbiamo perso qualche punto dovuto a questa semifinale che ha tolto energie. Non credo alla crisi della Ternana che soprattutto in avanti ha giocatori risolutivi. Venderanno cara la pelle. Io preferisco sempre affrontare le squadre in un momento di loro massima euforia”.
“La Ternana verrà a Catania per fare risultato, vorrà riscattarsi, non penso che faranno la stessa gara di Coppa. Sarà una partita diversa. A me piacerebbe che i ragazzi avessero lo stesso atteggiamento di chiuderli nella propria metà campo ma in quel caso c’era una squadra che doveva segnare per forza e loro che non dovevano subire. Noi per 95 minuti abbiamo sostenuto ritmi impressionanti. Domani vorrei vedere la stessa intensità ed il medesimo atteggiamento ma sarà un match assolutamente diverso, da scoprire sotto tutti i punti di vista. Loro secondo me vorranno farci vedere che non sono quelli di Coppa. Vedremo anche se si metteranno con un trequartista alle spalle dei due attaccanti o le tre punte aperte. Noi dobbiamo fare gol e cercare di vincere la partita, anche con autorete del fotografo”.
“Stiamo difendendo in avanti, andando a prendere l’avversario molto alto e soprattutto uscendo sempre in pressione sul portatore di palla. Prima si tendeva a scappare. Ora lavoriamo su un concetto differente. Riduciamo spazio e tempo agli avversari, riuscendo a stare tutti più alti rispetto ad esempio a Catania-Bisceglie, quando eravamo una squadra lunga. Non è un caso se abbiamo raddoppiato i dati della riconquista palla nella metà campo avversaria. In una situazione come la nostra devi essere propositivo, abituarti ad avere l’input di andare a vincere. Due anni fa avevamo un equilibrio soprattutto nei tre centrali difensivi e potevamo permetterci di fare tante altre cose davanti, con due quinti che erano attaccanti, mezzali che erano in realtà trequartisti. Potevi gestire le partite, ci siamo sbizzarriti. Avevamo giocatori che ti risolvevano la gara con l’acuto. Oggi devi fare una partita d’attacco, creare tante occasioni sperando che la butti dentro. Il Curiale di due anni fa era un cecchino, oggi cerchiamo di lavorare per portare tutti i calciatori ad essere decisivi ma facendo sempre una partita d’attacco. Anche in un discorso di Play Off eventuali la nostra mentalità dovrà essere offensiva”.
“Mazzarani? Non è un giocatore in crisi per me. Punto sulla sua voglia di essere protagonista perchè ha tutto per esserlo, soprattutto in questa stagione. Lui, Curiale e Beleck devono rappresentare il punto di riferimento per i compagni di reparto. Mazzarani deve imporsi per diventare decisivo in ogni partita. Possiede le caratteristiche per essere sempre letale. Punto anche su tanti altri calciatori. Noi ora ragioniamo di squadra e tutti vogliono essere protagonisti. Anche sui calci piazzati, se la terna arbitrale darà un occhio di riguardo a Mbende perchè nelle ultime partite, con squadre che marcano a uomo, ad ogni corner c’era un potenziale rigore su di lui. Questo ragazzo non può essere martoriato solo perchè è alto due metri. Le regole sono regole, non lasciano interpretazione. Questo giocatore purtroppo viene sempre penalizzato quando viene a saltare sui piazzati. Non abbiamo il supporto tecnologico in Serie C e dobbiamo fare di necessità virtù”.
“La consapevolezza più importante è quella di avere capito come interpretare questo girone. Il resto viene di conseguenza. Io dico sempre ai ragazzi che quando si prendono tanti gol la colpa è di tutta la squadra in fase difensiva, al tempo stesso quando non riusciamo a concretizzare anche lì sono da dividersi le responsabilità. Ci sono tanti modi per segnare. Ci vuole scaltrezza, cattiveria, proporsi in certe situazioni, corner, calci piazzati… in questo momento concretizziamo poco ma la Ternana stessa ha un attacco da categoria superiore, eppure da 4-5 partite non trova la via della rete. Capitano a tutti questi momenti durante un campionato. Dobbiamo lavorare e farlo con molta più tranquillità di prima. Ora è difficile farci gol, quindi questo livello di autostima deve arrivare anche gli attaccanti, non vivendo la cosa con troppa ansia ma positività, aggressività e consapevolezza di potere e volere essere decisivi. Noi arriviamo lì, devono solo stare tranquilli gli attaccanti e cercare di sfruttare le occasioni che creeremo durante le partite. Dobbiamo lavorarci e devo essere bravo io a farli convincere che il gol è una conseguenza e non un evento straordinario. Intanto si registrano progressi sulle conclusioni da fuori. Abbiamo preso a gennaio calciatori adatti a tale scopo. Ad esempio domenica Vicente ha preso una trasferta dopo due minuti, lo stesso Salandria ha un bel tiro. Curcio ha segnato frequentemente in carriera dai 25 metri. Ora abbiamo la possibilità di provare più spesso i tiri dalla distanza. Questo è un valore aggiunto. Adesso sappiamo che non dobbiamo più solo necessariamente tirare in area di rigore ma possiamo sbloccare le gare anche calciando da fuori”.
“Barisic? L’ho sempre difeso come ho fatto con tutti quei giocatori che secondo me ci possono dare qualcosa. Domenica non mi è piaciuto perchè è entrato avendo paura di essere fischiato. Lui ha fatto un gesto sbagliato in occasione di un’altra gara e non ricordo quale, dove si è rivolto malamente verso alcuni tifosi e per questo è stato ripreso da me perchè non si fa, però è un ragazzo che più di altri secondo me viene ‘attaccato’. E’ un giocatore molto generoso con potenzialità notevoli ma non ha ancora una specificità nel ruolo. Lui può fare qualsiasi cosa, è un jolly e questo negli anni lo ha un pò penalizzato. Si tratta di un calciatore che l’anno scorso era in Serie B a Padova e non credo che in B prendano giocatori tanto per prenderli. Nè ha raccomandazioni particolari o santi in paradiso. Se è arrivato in B vuol dire che vedono un potenziale. Insieme a Petagna era titolare nella Primavera milanista di Inzaghi vincendo il torneo di Viareggio. Probabilmente ancora non è riuscito ad entrare nel cuore dei nostri tifosi ma loro amano i giocatori generosi e sono sicuro che prima o poi, come ha fatto nella mia prima esperienza di Catania, diventerà uno dei più apprezzati. Dobbiamo cercare di tirare fuori il massimo da tutti. C’è anche da dire che i nostri giocatori di qualità stanno avendo problemi col campo perchè la palla non ha dei rimbalzi regolari e diventa difficile controllarla. Le condizioni del terreno di gioco non ci stanno dando una mano, ma vale sia per noi che per l’avversario”.
“Manneh è un calciatore istintivo, ancora un pò grezzo. Cerchiamo di valorizzarlo per quello che è. Abbiamo dei calciatori con caratteristiche importanti per entrare a gara in corso. Lui come Welbeck hanno più facilità di altri ad entrare in partita e li utilizzi per momenti particolari della gara, ma non vuol dire che non giocheranno mai dall’inizio. Beleck? Quando si abbassa i trequartisti devono buttarsi alle spalle, sfruttando lo spazio d’inserimento. Quando lui è alto e tiene la linea difensiva alta, riesce a creare uno spazio tra i centrocampisti e la linea difensiva avversaria, ed in quel caso devono inserirsi i nostri trequartisti. Mbende? Sente la fiducia, semplicemente questo e diventa un fatto determinante perchè così si esprime su altri livelli. Lavoriamo su alcuni concetti difensivi specifici, Vanigli li cura con particolare attenzione ed è un vantaggio questo per un giocatore magari cresciuto con altri presupposti. In Italia è diverso e devi trovare qualcuno che ti spieghi esattamente cosa fare. Quando sono tornato a Catania c’erano dei giocatori che solo a nominarli la gente si metteva le mani nei capelli. Vedi proprio Mbende, Esposito, Pinto, Curiale che non era tranquillissimo. A me piace valorizzare i calciatori. Più riesci a coinvolgerli, meglio è per tutti. Curcio? Non è ancora pronto per i 90′”.
“Noi dobbiamo essere la mina vagante, i rompiscatole. Avere un po’ meno da perdere rispetto alle altre potrebbe essere un piccolo grande vantaggio. Il ritrovato feeling con i tifosi? Anche gli altri anni la gente veniva allo stadio, il ‘Massimino è sempre stato uno degli stadi più popolati ma ricordo questo rapporto che non era di unità assoluta. Ora è diverso, abbiamo la sensazione che i tifosi siano con noi a prescindere dal risultato. Magari per motivi che non hanno niente a che vedere col campo, ma oggi ci sentiamo in simbiosi con la nostra tifoseria, una cosa sola. Prima magari era la tanta voglia di tornare nelle categorie che contano, l’ansia. Adesso è come se fosse tornato il vecchio calcio, vecchi rapporti e solidarietà totale tra squadra e tifosi. Io sono un nostalgico, a me piace questo clima che non è di entusiasmo ma di amore per la maglia. E’ bello questo rapporto di complicità, ora siamo complici in tutto. Prima c’era l’attesa del risultato a tutti i costi, questo forse qualche freno lo creava”.
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